Si è inaugurata venerdì 20 settembre all’ultimo piano del Complesso del Lingotto di Torino la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, simbolo di un grande amore per la pittura, di una passione per il collezionismo e di una profonda conoscenza dell’arte.
Alla presenza del Presidente della Repubblica, del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, del Presidente Onorario del gruppo Fiat e dei maggiori esponenti dell’azienda e della “famiglia reale” di Torino, si sono aperte le porte dorate di uno scrigno disegnato dall’architetto Renzo Piano contenente una vero e proprio tesoro che passa dalle mani di privati agli occhi di tutta la città e del mondo intero.
Il connubio Arte-Industria, Museo-Fabbrica ci riporta alla mente i nomi di qualche imprenditore illuminato che fece delle sue ricchezze lo strumento per circondarsi di magnifiche opere d’arte durante un’intera vita e al termine, volle dare la possibilità alla collettività di godere e di ammirare capolavori inestimabili e di grande importanza artistica come Magnani, Barilla, Prada, Beyeler, Thyssen.
Renzo Piano ha firmato importanti opere in tutto il mondo, ma in particolare ha legato il suo nome ad edifici in cui la cultura e la ricercatezza delle forme hanno dato le direttive per la realizzazione di musei straordinari, primo fra tutti la Fondazione Beyeler di Basilea, che ricorda in parte la Pinacoteca Agnelli: la forma geometrica, l’uso di materiali trasparenti, la luce come impalcatura delle pareti, il legno chiaro, la quasi totale assegna di illuminazione artificiale.
Collezionare opere d’arte per alcuni è un bisogno vitale, serve a soddisfare il piacere degli occhi e dei sensi: Giovanni e Marella Agnelli hanno raccolto queste 25 straordinarie opere d’arte nel corso della loro vita perché erano parte della loro esistenza, le hanno scelte con grande attenzione, perizia, gusto, cultura, conoscenza, rigore, rarità. Il criterio è stato circondarsi di ciò che amavano. Ora noi tutti possiamo anche se solo per un giorno, vivere guardando ciò che loro hanno guardato e emozionarci davanti a ciò che li ha emozionati per una vita.
Alcuni Henri Matisse di rara bellezza a partire dalla Femme et anemones del 1937, non facile da reperire sul mercato che è piuttosto avaro di opere di quegli anni, sia in gallerie private che in asta, questo a dimostrare che non bastano grandi possibilità economiche per avere una collezione come questa ma sono necessari anche competenza, contatti internazionali, continui viaggi e costante aggiornamento.
Un Giacomo Balla importante, Velocità astratta , del 1913, esposto nella importante mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma nel 2002 curata dal maggiore esperto mondiale del Futurismo, Maurizio Calvesi; testimonianza che si tratta di opere con un importante provenienza e curriculum, elementi che ne accrescono il pregio ed il valore storico ed economico.
Altro capolavoro, di un caposcuola dell’arte del novecento: Nu couché, di Amedeo Modigliani , sulle cui opere, rarissime sia per il numero esiguo dell’intero corpus, sia per la difficoltà nel poterle ammirare sia in istituzioni pubbliche che private ma soprattutto per i recenti problemi tra il curatore del Catalogo Generale Marc Restellini e importanti case d’asta che ne gesticono la vendita, si dibatte costantemente.
Il ritratto fatto all’Avvocato da Warhol: due icone del secolo ventesimo in un solo quadro. L’avvocato, grande imprenditore, grande statista, uomo di indiscussa classe che ha fatto scuola con i suoi vezzi e il suo modo di vivere, e il pittore Americano per eccellenza, forse uno dei più conosciuti al mondo, che viene spesso associato alla parola “arte”, “pittura”, “America ” come se le potesse emblematicamente rappresentare.
Questa Pinacoteca per la città di Torino e per l’intera collettività rappresenta un modello di “imprenditoria illuminata”, ed un’eredità che non sarà riservata solo ai membri di sangue della famiglia ma a tutti noi.
carlotta d’addato
mostra visitata il 21 settembre 2002
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