Ettore De Fornaris, nato a Torino nel 1898, sin da giovane si è dedicato all’arte, collezionando negli anni decine di opere di pregio, da Fontanesi a Pellizza da Volpedo, da Casorati a Morandi. Schivo ed appartato, è stato tuttavia animato da una forte tensione verso gli altri, cui ha dedicato il frutto del suo amore per l’arte: il museo è sempre stato il punto di arrivo ideale delle sue opere. Alla morte nel 1978, il De Fornaris ha, infatti, destinato il suo patrimonio alla costituzione di una fondazione intitolata a lui e al padre.
La Fondazione è attiva per il conseguimento del più alto ed ultimo scopo del suo ideatore, quello di tendere all’educazione artistica della collettività. Per raggiungere questo intento, dichiarato nel testamento e riportato nello statuto, la Fondazione provvede con le sue rendite ad acquisire opere dell’Ottocento e Novecento che, esposte presso la GAM di Torino, contribuiscono ad accrescere il patrimonio artistico della nostra città.
L’ultimo regalo, in ordine di tempo, della Fondazione De Fornaris alla nostra capitale è il dipinto “La prima Messa a Burano” di Angelo Morbelli (1853 – 1919), acquistato a Londra il primo dicembre scorso ad un’asta di Sotheby’s per una cifra complessiva di circa un miliardo e da qualche giorno esposto al primo piano della GAM.
L’opera, del 1910, manifesta in maniera evidente il crescente interesse dell’artista per la pittura di paesaggio, senza figure in primo piano, che divenne il suo soggetto preferito nell’ultimo decennio di vita.
Come si intuisce da queste parole, il Divisionismo, per Morbelli, era un mezzo per rinforzare il principio di verità e “La prima Messa a Burano ” ne è un esempio ben riuscito, grazie alle tonalità morbide e soffuse, che ispirano sensazioni epidermiche di angosciante mestizia, del canale e delle case sfiorate dalla luce.
Con quest’opera, salgono a quattro le tele conservate alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino che rendono omaggio al piemontese Morbelli, tra cui la famosissima pittura “Un Natale!”, uno dei lavori, ambientati al Pio Albergo Trivulzio di Milano, dedicati dall’artista al tema della vecchiaia, indagato sempre con grande sensibilità e “alto valore emozionale”, come disse Boccioni
Angelo Morbelli
Nato ad Alessandria nel 1853, compì i primi studi artistici all’Accademia di Brera, dove, nel 1874, iniziò la sua attività espositiva. Esordì nel genere storico, ma presto si dedicò a tematiche sociali e a soggetti di vita contadina, che approfondì dopo l’adesione, negli anni novanta, al movimento del Divisionismo. Entrato in stretti rapporti col critico Grubicy de Dragon, si dedicò a dipinti eseguiti all’aria aperta, caratterizzati da un’armonica scomposizione del binomio luce colore, come il contemporaneo Pellizza da Volpedo, con cui strinse una lunga amicizia. Nel corso della sua vita ha esposto in tutte le più prestigiose sedi dell’epoca, da Venezia a Dresda, da Parigi a San Francisco.
claudio arissone
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