Tra le numerose iniziative e novità sono da ricordare le due interessanti esposizioni, dedicate rispettivamente al nuovo collezionismo nella città di Torino e alla giovane produzione artistica in tutto il mondo, che accompagnavano la consueta presenza di gallerie internazionali e istituzioni pubbliche.
Nuove Complicità si è proposta come un riconoscimento del ruolo svolto dai collezionisti torinesi per la valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo, sottolineando inoltre la possibilità di una collaborazione produttiva dei privati con le istituzioni pubbliche e, più in generale, con il sistema dell’arte. Dalle fotografie di Mona Hatoum ai lavori di Per Barclay, Grazia Toderi e Maurizio Cattelan, le opere presentate in questa sezione, tutte prodotte negli ultimi cinque anni da artisti internazionali, rendono conto complessivamente delle tendenze dell’arte contemporanea in tutto il mondo e dell’evoluzione del gusto dei collezionisti.
Present Future è invece il titolo della sezione dedicata ai giovani artisti, organizzata con la collaborazione di Illycaffé. Dodici critici internazionali hanno selezionato altrettanti dodici giovani artisti provenienti dall’Europa, dall’America, dal Giappone e dall’Australia.
Il lavoro più coinvolgente e affascinante ci è parso quello della giovane Shizuka Yokomizo, presentata da Samuel Fuyumi Namioka, e che si è inoltre aggiudicata il premio della giuria internazionale chiamata a scegliere tra i partecipanti l’artista più significativo.
Shizuka presenta un progetto fotografico a cui sta lavorando da alcuni anni. Inviando una lettera anonima ad uno sconosciuto, la giovane artista gli chiede di posare per lei, mantenendo il reciproco anonimato, di fronte ad una finestra illuminata della propria casa. La fotografia così diventa una sorta di consapevole violazione dello spazio privato, di volontaria esposizione dell’intimità dell’individuo, che pure resta sconosciuto nella sua sostanza e nei contenuti della sua esistenza e identità.
Di particolare interesse ci sono sembrati anche i lavori dello spagnolo Miguel Angel Gaüeca e dei tedeschi Florian Göttke e Daniel Roth. Il primo presenta un progetto fotografico elaborato intorno al tema dell’identità, a un personaggio di fantasia e al mondo quotidiano che lo circonda. Florian Göttkte si concentra invece su problematiche di carattere sociale, presentando un lavoro complesso articolato intorno all’immagine tetra di gabbia per scimmie, che si compone di un’installazione, una proiezione video e una serie di fotografie. Daniel Roth lavora invece sul tema del crimine, creando un ambiente sottilmente teso tra atmosfere reali e irreali.
Maria Cristina Strati
Mostre visitate il 15 novembre 2001
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