Giovedì 30 novembre sono state inaugurate al Museo Egizio di Torino quattro nuove sale espositive. La presenza del Ministro Melandri ha suggellato l’avvenimento, importante sia per l’immagine e il ruolo del Museo nel mondo sia per Torino, che, grazie anche a questa presenza importante, può rivendicare a diritto il suo ruolo di città d’arte e di cultura; in quest’ottica, grande peso ha avuto la dichiarazione, pronunciata ufficialmente durante la cerimonia, che il Museo rimarrà nella sede storica del Palazzo guariniano dell’Accademia delle Scienze, lasciando al Castello di Venaria Reale la realizzazione di altri obiettivi.
Inizia – come ha detto nell’intervento introduttivo la Soprintendente Anna Maria Donadoni Roveri – un progetto di rinnovamento che coinvolgerà, ci auguriamo in tempi brevi, tutto il Museo, proponendo un percorso cronologico e topografico, alternativo a quello tipologico tipico dell’allestimento originario di fine Ottocento, nel rispetto, però, delle “due anime del Museo, ovvero il collezionismo ottocentesco e la ricerca scientifica sul campo”, “approcci diversi e complementari”. Non si tratta di una semplice operazione di restyling, ma di un ripensamento in chiave attuale di questa istituzione museale, nata nel 1824 quando il re Carlo Felice di Savoia acquistò la collezione di Bernardino Drovetti, raccolta durante il suo consolato francese in Egitto.
Le recenti tendenze impongono che all’esigenza primaria della conservazione del patrimonio culturale si affianchino le attività altrettanto importanti della valorizzazione e della promozione. I criteri che hanno guidato l’allestimento delle nuove sale hanno chiaramente tenuto conto delle diverse esigenze. Vetrine tecnologicamente avanzate accolgono i reperti, che sono disposti in modo da consentire una lettura chiara e immediata degli stessi, tralasciando effetti scenografici spesso fuorvianti; la ricostruzione di una tomba della tipologia a mastaba della IV dinastia e la ricomposizione di una sepoltura predinastica a fossa ovale, frutto di accurate ricerche filologiche, insieme al valido supporto didattico fornito dall’apparato didascalico sono anch’essi la risposta più chiara alle esigenze di un pubblico sempre più attento ed esigente. La nuova esposizione comprende anche una sala per audiovisivi, che dovrebbe, a mio parere, essere affiancata anche da postazioni con strumentazioni multimediali.
Nel suo discorso, il Ministro ha ribadito l’importanza della trasformazione in atto, necessaria per favorire la “missione culturale” che un museo importante come questo ha nei confronti del pubblico. Ha, inoltre, affrontato l’argomento spinoso del trasferimento del Museo a Venaria; ha difeso e motivato questa scelta, che aveva il solo scopo di valorizzare la collezione di antichità egizie torinese, che, per importanza, è la seconda al mondo dopo quella del Cairo. L’opposizione forte che questa decisione ha incontrato fra tanti torinesi e studiosi e fra i funzionari stessi del Museo, ha spinto il Ministero a fare marcia indietro: il Museo Egizio rimane dov’è. E il pubblico presente ha approvato con un applauso.
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Ricordo un articolo apparso sul quotidiano torinese circa un anno fa:l'autore polemicamente si chiedeva se quei torinesi che gridavano (e lo fanno ancora) allo scandalo per un"trasloco" del museo nelle sale della Venaria, erano gli stessi che disertavano il museo. Si sa infatti che, malgrado l'importanza del museo, è uno dei meno visitati in Italia.
Una ventata di modernità e di nuova "industria museale"è da anni auspicabile in Italia e alcuni esperimenti di successo lo dimostrano.
Nella speranza saluto
Leonardo Catalano.
Finalmente invece di smembrare un museo per improbabili mostre si progetta un riallestimento con un occhio alla storia del collezionismo. In fondo , se non erro , il museo egizio di Torino è uno dei piu' importanti al mondo nel suo campo. niente da invidiare alle sezioni dedicate all'egittologia del louvre e del british, secondo sicuramente solo al museo del cairo.
Ma tu Lucia cosa pensi delle nuove sale? sono veramente ben fatte? Riallestiranno realmente e in un tempo ragionevole tutta la struttura?
Una curiosità la tomba ricostruita è predinastica....ma di quale cultura esattamente? Certo che forse alcune nuove sezioni per i materiali di acquisizione piu'recente nella sede della venaria, accanto alla struttura storica in centro, non sarebbero state una brutta idea....ma non cerdo che fosse qs il progetto.
Carissima Paola di Venezia,
sì, il Museo Egizio di Torino è, dopo quello del Cairo, il museo "monotematico" - ovvero interamente dedicato ad un solo argomento - più importante del mondo. Le nuove sale sono all'altezza di tanta fama sia per la cura nel progetto di allestimento sia per i criteri che ne sono alla base: finalmente i visitatori vengono introdotti e accompagnati nell'ideale viaggio attraverso la civiltà egizia da un accurato apparato didascalico e da precise ricostruzioni. I reperti esposti non sono nuovi, ma prelevati dalle varie sale per ricollocarli nel contesto originario secondo criteri cronologici e topografici. Lo smembramento dei ritrovamenti avvenuto, tranne in pochissimi casi (tomba di Kha, tomba di ignoti), nelle precedenti fasi caratterizzate dal criterio espositivo per tipi ed argomenti, e le rare didascalie a commento dei pezzi rendeva la visita difficile ai più. Per questo motivo spero che la promessa di adeguare le rimanenti sale alle nuove si attui in tempi brevi, altrimenti lo sforzo per rendere le prime sale comprensibili sarebbe vanificato dalla mancanza di informazioni che caratterizza quelle successive.
La tomba predinastica o preistorica che si trova al centro della prima sala, è una sepoltura a fossa ovale che risale al IV millennio a.C.; appartiene alla civiltà che ha dato origine, a partire dal III millennio a.C., alla civiltà dei Faraoni e che, per questo motivo, si indica con il termine di "predinastica". Il cadavere è in posizione ranicchiata; era avvolto da un telo e da una stuoia, di cui vediamo i resti, ed è mummificato naturalmente per disidratazione. Accanto al corpo sono deposti pochi oggetti appartenenti al corredo funebre.
ti ringrazio per l'attenzione lucia ,ma la domanda sulla sepoltura predinastica era precisa mi interessava il sito e la cultura di provenienza.predinastico è una parola contenitore ci stanno dentro culture assimilabili ma non sovrapponibili.era una semplice curiosità di una che si è per breve tempo interessata a tale periodo, io ho familiarità con la necropoli di el kadada ad esempio in sudan ma credo che sia più probabile che la sepoltura del museo di torino venga da una zona del medio o basso nilo:da culture tipo badari o nagada.grazie dell'attenzione
cara paola di venezia mi scuso del notevole ritardo con cui ti rispondo a proposito della tomba predinastica del museo egizio di torino e ti mando finalmente tutte le informazioni che sono riuscita a raccogliere da una visita accurata alla prima sala del museo. spero che le nuove indicazioni siano esaurienti. se così non fosse sono disponibile ad effettuare ulteriori approfondimenti. la sepoltura - suppl. 293 - venne acquistata da schiaparelli in egitto intorno al 1900-1901. attualmente è collocata nella prima sala del museo egizio di torino. si tratta di un uomo seppellito in posizione ranicchiata in una tomba del tipo a fossa ovale. il corpo è mummificato naturalmente. sono visibili i resti del lenzuolo e della stuoia che avvolgevano il cadavere, intorno al quale sono disposti gli oggetti del corredo funerario: un paio di sandali, delle frecce, un boomerang, alcuni cestini e una sacca di pelle. dalla tavola sinottica elaborata dal petrie (archeologo inglese dell'ottocento), in cui è illustrata la sequenza cronologica delle sepolture e degli oggetti di corredo ad esse associati, possiamo risalire alla datazione probabile della tomba in oggetto: l'età di apparteneza è da fissare intorno al 5000 a.c., periodo caratterizzato appunto da sepolture del tipo a fossa ovale con piccoli corredi funerari composti da vasellame del tipo "c" (la classificazione è del petrie), ovvero vasi con superficie rosso lucida decorati da disegni bianchi; oggetti ornamentali, quali anelli, ciondoli,...; attrezzi in selce e legno e armi; recipienti in fibre naturali. siamo dunque nella fase più antica del periodo predinastico, denominata naqata I (dal nome della località dell'alto egitto da cui provengono le prime scoperte). la nostra tomba proviene da un altro importante sito dell'alto egitto: gebelein.