Anzitutto perché GAS? Ė una dichiarazione d’intenti non nominare il nome del gallerista, come per lo più avviene, in favore di una parola d’uso comune, ‘giovane’ e dai possibili referenti contenutistici ‘metropolitani’?
E’ stato un travaglio faticoso. Anche in un’attività come quella portata avanti da 35 anni ho sempre preferito lavorare e non apparire. Comunque a guardar bene la G sta a significare qualcosa. E’ in omaggio a tutti quelli che mi hanno asfissiato sostenendo che una galleria d’arte deve identificarsi col gallerista. La lunga frequentazione con la pubblicità non mi consente di fare l’ingenuo. A parte la G, GAS ha proprio i connotati di un nome giovane, metropolitano, pieno di energia e, se servisse, anche un po’ provocatorio.
GAS inaugura con una personale di Ennio Bertrand, membro dell’Associazione parigina Ars Tecnica e del Comitato Arslab
Questo non deve lasciar presumere un orientamento specifico della galleria. Da “alieno” al mondo delle gallerie in termini specifici vorrei coltivare i dubbi e fare esperienza, quindi Ennio Bertrand inaugura Gas perché mi affascinano arte scienza e i nuovi media – e i suoi lavori naturalmente – ma non è una scelta di campo.
La scelta di un artista come Bertrand che si esprime attraverso linguaggi altamente tecnicizzati può essere interpretata come l’annuncio di una direttrice che proseguirà nelle prossime mostre?
Potrebbe sembrare contraddittorio rispondere si. Ma in effetti essere particolarmente attenti ai rapporti fra arti visive e nuove tecnologie significa semplicemente essere curiosi e disponibili a cogliere – se non addirittura a provocare – novità.
Oggi essere ‘artisti’ è sempre più -esempio ne è la video arte- necessitare di buoni tecnici, diventare quasi regista, coordinatore di professionalità applicate nel campo dei suoni, delle luci, dell’informatica, della lavorazione di materiali non ancora assorbiti e codificati dalla tradizione. GAS potrebbe proporsi come spazio di incontro, bottega, studio medioevale che re-inventi lo spirito creativo in forme innovative?
In effetti quando dico: “provocare novità” intendo proprio questo. L’immagine di una bottega medioevale è più volte tornata a tentarmi e internet potrebbe essere lo strumento che potrebbe consentirmi di finalizzare il sogno. Sono al lavoro su questo tema.
Da creativo, ora direttore di galleria, come intende importare la propria esperienza di comunicatore?
In galleria sto mettendo a punto un sistema informativo esagerato, che mi consentirà di risparmiare parole ma soprattutto consentirà a chiunque di assestarsi sul livello di approfondimento dell’informazione che più gli piace. E’ un sistema che fa uso dei pocket PC, forse eccessivo per una galleria privata, ma è esportabile verso molte realtà per cui può avere maggior senso. Lo hanno sviluppato gli artisti Limiteazero. Sul piano più tradizionale della pubblicità GAS dedicherà in modo puntuale e continuativo all’artista o al curatore la propria comunicazione. L’opera o la mostra sono artefatti che non possono prescindere dal contributo fondamentale di queste figure e bisogna che qualcuno glielo conferisca loro la giusta visibilità e rilevanza, indipendentemente da quel che vorrà riconoscergli il mercato.
L’arte contemporanea, mondo elititario e snobistico per elezione, negli ultimi anni pare vivere una sorta di democratizzazione o comunque una crescente attenzione da parte dei media e del grande pubblico. GAS come vede questi fenomeni?
Mi sono avvicinato anch’io, non posso che vederli positivamente. A parte l’apparente voglia di scherzare, prima mi dichiaravo alieno, ed è una sacrosanta verità. Il gran lavoro dei media ha portato certamente un pubblico ampio a condividere entusiasmi come anche perplessità sull’arte contemporanea, oltre che a fare sporadiche vittime come me muovendole a calarsi attivamente in quel mondo.
GAS nasce a Torino, città che negli ultimi anni sia nel privato sia nel pubblico ha saputo esprimere fervide energie creative… Come avverte la crescente attenzione da parte del mondo dell’arte contemporanea internazionale verso la città?
Torino è in fermento e nella tormenta. L’arte, la creatività hanno sempre tratto stimoli dalle difficoltà. Che poi questo corrisponda alla supposizione di molti che il fenomeno si trasformi in attenzione salvifica e rigeneratrice di un tessuto economico – assieme a olimpiadi e turismo – è tutto da dimostrare. La creatività a Torino genera qualcosa che richiama attenzione ma non lasciamole il compito di risolvere i problemi della città, anche se devo dire che – in fondo – fra le motivazioni che mi han portato a far nascere GAS, c’è anche l’insofferenza a sentir solo e sempre parlare di crisi negli ultimi anni.
(nell’intervista immagini varie dei lavori di Ennio Bertrand)
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www.gasart.it
andrea piovano
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caro Bordin,
sei solo la prova del fatto che i galleristi italiani sanno scegliere
Auguri
Vorrei congratularmi con voi coraggiosi nel proporre nuova comunicazione, in una Italia dove si crea quello che si vende e la comunicazione stà andando in esilio già da un pò di tempo. Sarà sicuramente per questo motivo che le mie mostre volano all'estero, è ovvio che qui ci siamo seduti sul passato e sembra che solo gli altri paesi vadano avanti,per forza,anche io me ne vado fuori casa, è meglio, ma per esempio ora vedo voi e mi vien voglia di realizzare un evento in casa nostra. Complimenti di nuovo, vi ho lasciato la mia pagina web come biglietto da visita e spero di sentirci presto ciao Celio Bordin
Io ci porto i miei e finisce che ci cacciano tutti. Ciao.
al bar ci vado con gli amici
Io in galleria ci vado per imparare; ci vediamo al bar.
gentile ncsy
mi può trovare ogni giorno in galleria, sarò lieto di ricevere lezioni da lei
Sanno essere scelti. I galleristi italiani (tutti) di arte ne capiscono veramente troppo poco. Bravi a vestirsi bene e a parlarsi al telefono.