Agustin Cárdenas (1927-2001) dagli anni Sessanta aveva scelto Carrara come luogo di lavoro: il marmo della città apuana e le fonderie della vicina Pietrasanta fornivano allo scultore la materia prima e gli strumenti per realizzare le sue opere.
Nella sua lunga produzione Cárdenas ha utilizzato i materiali più svariati, rimanendo però aderente a una certa classicità, quindi oltre al bronzo, troviamo il marmo e i graniti, e poi il legno, materiale tipico della produzione plastica nègre.
Nato a Cuba, Cárdenas discendeva dagli schiavi senegalesi e congolesi e ben presto entrò in contatto con la cultura europea trasferendosi in Francia nel 1955. Qui conobbe André Breton che lo accolse all’interno del gruppo dei surrealisti. Se l’eredità culturale proveniente dall’Africa è la matrice attorno alla quale ruota la produzione di Cárdenas, in Europa, egli ha avuto la possibilità di introiettare ed elaborare quello che in quel torno di anni Parigi offriva dal punto di vista scultoreo. E quindi Constantin Brancusi, Alberto Giacometti, Jean Arp ma anche l’eco di certa arte africana giunta in Francia mediata dal cubismo.
Sono gli anni dell’affermazione del movimento della Négritude che raccoglie l’insieme dei valori culturali dell’Africa nera e che sollecita i popoli colonizzati ad avere una produzione “artistica” propria. A questo filone si allinea anche Jean-Paul Sarte che nel 1948 aveva scritto Orfeo nero – Una lettura poetica della negritudine per introdurre l’Antologia della nuova poesia negra e malgascia di lingua francese.
La Negritudine evocata nel titolo della mostra si manifesta nelle realizzazioni di Cárdenas con elementi totemici e simboli primitivi, esplicite allusioni ai miti, ai riti e alle tradizioni afro-cubane.
La produzione di Cárdenas racchiude in sé l’essenza di ben tre diversi continenti, l’America Latina, l’Europa e l’Africa. Ognuno di essi ha contribuito con un singolare apporto a far sì che lo scultore si esprimesse nella plastica in modo così completo e diversificato distillando gli elementi essenziali di ogni differente cultura, amalgamandoli e riproponendoli in modo assolutamente personale.
La mostra che il Comune di Carrara ha proposto all’interno della rassegna Marble Weeks, si è sviluppata in un suggestivo percorso nel centro storico della città: dalla Galleria Duomo, attraverso piazza Mazzini e poi lungo via Roma e via Verdi, si giunge al CAP (Centro Arti Plastiche). Sia qui che nella galleria sono state accolte opere di dimensione medie e piccole, oltre a disegni, fotografie, tempere e materiali di repertorio, mentre per strada sono collocate le sculture monumentali, per lo più in marmo, inserite perfettamente nel contesto urbano, portando il fruitore a scoprire angoli e scorci più o meno insoliti della città.
Le opere, spesso giocate su un’alternanza di pieni e di vuoti, permettono alla materia – qualsiasi essa sia – di dialogare con lo spazio creando un sapiente gioco di luci e ombre.
Enrica Ravenni
visitata il 24 luglio 2015
Cárdenas e la Negritudine
Centro Storico (piazza Mazzini – via Roma – via Verdi)
CAP Centro Arti Plastiche di Carrara (via Canal del Rio)
Galleria Duomo Carrara (via Finelli, 22)
Info: www.comune.carrara.ms.it