L’obiettivo della mostra rispecchia il progetto di promozione e diffusione della cultura artistica del laboratorio culturale Strade Blu. Quello cioè di favorire un confronto tra le diverse forme artistiche e offrire uno spazio, dando soprattutto voce a quelle esperienze che oggi trovano difficilmente luoghi ed occasioni di ascolto.
Nell’aprile scorso Giuseppe Lotti, esponente di Strade Blu, ha commentato così l’opera di Sturges:” Apparteniamo ad una generazione che si è formata su testi di architettura con foto rigorosamente in bianco e nero. Ricordo lo stupore della prima volta che mi è capitata tra le mani una foto a colori – e che colori – di una fra le più importanti architetture di Le Corbousier, l’Unité d’Habitation a Marsiglia. Chissà, al di là di reali problemi tecnici (di costo o quant’altro) forse, in una strenua difesa delle distorsioni dello Stile Internazionale, hanno voluto che fosse così. Di qui l’accostamento naturale tra l’architettura ed il plastico gioco delle forme della scultura.
Le foto di Jeffrey Sturges sono invece lì a dimostrarci quanto diversa sia l’architettura rispetto a quella che studiavamo sui libri e quanto stretto sia il rapporto tra le textures dei materiali, il loro colore, il contributo della luce ed il mondo della pittura. Come non pensare a Mondrian davanti ad una foto come Office Park, Dearborn, 1999?
Ma nelle foto di Sturges c’è dell’altro: l’affermazione del valore di architetture e spazi non conosciuti, progettati da architetti fuori dallo star system, attraverso la rivalutazione del dettaglio, del frammento che si fa esso stesso architettura, acquistando una propria autonoma dignità.
Ed anche per questa attenzione al frammento ed al
particolare architettonico non possiamo che ammirare
l’opera di Sturges.”
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