Esposte oltre settanta opere di arte aborigena contemporanea, arrivate direttamente da ogni stato del continente australiano, che riportano all’attenzione, non solo della critica ma soprattutto del pubblico, la cultura di un popolo che, a tutt’oggi, continua ad avere fortissimi elementi di novità e sorpresa. La mostra vuole ripercorrere i temi, le espressioni che caratterizzano la cultura aborigena andando a trovare anche quelle abitudini, riti e figurazioni che sono giunte anche a noi, che noi abbiamo accettato senza chiederci quali fossero le loro origini. Quattro le sezioni che formano questo viaggio virtuale: la prima dedicata agli oggetti, di valore quasi magico, rituale pur appartenendo spesso alla vita di ogni giorno. Boomerangs, bastoni del vento, vassoi realizzati a tempera e pigmenti naturali su corteccia di eucalipto.
La pittura del corpo: spesso dipinti rituali-magici, eseguiti soprattutto dalle donne custodi delle tradizioni e che per credenza aventi uno stretto rapporto con la terra e la natura.
I grafitismi e la pittura del terreno chiudono la mostra. I primi ripropongono spesso figure di animali, quasi radiografie o sotto la forma di fantasmi, di spiriti-guida che seguono l’uomo e vigilano su di esso. La pittura del terreno nacque invece per la necessità di comunicare in una popolazione che non conosceva la scrittura: uso di pigmenti naturali trasferiti con strumenti rudimentali su superfici come la tela grezza o la corteccia d’albero, fino ad ottenere dei veri capolavori.
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Le opere sono di straordinario interesse. Non é una novità che Lara-Vinca Masini riesca a scoprire cose mai viste da noi.