Per un vorace perlustratore di tutti i generi artistici come è stato Pablo Picasso, per chi come lui ha percorso con tanta disinvoltura i sentieri della pittura come della fotografia, della scultura come dell’incisione e della scenografia, l’incontro con la ceramica doveva sembrare inevitabile. Eppure alla ceramica Picasso è arrivato relativamente tardi e in modo casuale, Fu nel 1947 che l’artista iniziò a frequentare la fornace di Madoura di Georges Ramié a Vallaruis, rimanendo affascinato dai processi artigianali messi in opera nell’officina. Nasce, come spesso capitava all’artista, una passione immediata per questa arte, definita minore, dedicandovi anima e corpo, per carpire i segreti della modellazione, della colorazione e della cottura delle terre. La sua decisione ha incontrato per lungo tempo l’incomprensione dei critici e del grande pubblico, lasciando invece ai posteri una stagione singolare e interessante di Picasso.
Ed è proprio buona parte di questo suo importante capitolo artistico che è possibile ammirare al centro espositivo, dove sono esposti oggetti in ceramica (vasi, piatti e brocche), alcuni dei quali si rifanno al suo inconfondibile decoro “faunistico”. Ma non solo. Nelle sale del centro espositivo troviamo anche 154 quadri tra incisioni, acqueforti acquetinte e litografie. Qui l’artista di Guernica illustra con una serie di vignette, alcuni libri di amici, storici dell’arte, filosofi e letterati suoi contemporanei. E poi la produzione grafica in particolare, che per le straordinarie e diverse soluzioni tecniche e le continue innovazioni, hanno indicato nell’artista catalano “il più grande artista grafico con Rembrandt e con Goya”.
L’esposizione offre anche una sezione, meno conosciuta al vasto pubblico, dell’arte di Picasso: gli arazzi (di cui 5 sono esposti alla mostra), di grandi dimensioni. Opere che, grazie alla strepitosa forza innovativa della pittura di Picasso, hanno dato un importante contributo anche al radicale rinnovamento della tappezzeria francese del Novecento.
La mostra è quindi un’interessante panoramica sull’arte di Picasso – che va dagli anni ’30 agli inizi ’70 – da ripercorrere attraverso una serie di illustrazioni, collages, arazzi, ceramiche e incisioni.
La Chola Poblete porta le sue radici queer e indigene al MUDEC di Milano, con la mostra Guaymallén in corso…
La casa di Wendy: negli spazi del LAB.oratorio della Fondazione Made in Cloister a Napoli, Gabriella Siciliano mette in scena…
Il Ministero della Cultura ufficializza le 17 città in lizza per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027: i…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
LETS è il nuovo museo di Trieste che unisce le collezioni dedicate a Svevo, Joyce e Saba, esplorando il rapporto…
Bologna si arricchisce di due nuovi spazi dedicati alla cultura e all’arte: la storica Biblioteca dell'Accademia di Belle Arti riapre…