13 ottobre 2000

Dal 5.X. 2000 al 7.I.2001 Calatrava Firenze , Palazzo Strozzi

 
Palazzo Strozzi ospita fino al 7 gennaio 2001 una panoramica generale dell’opera di Santiago Calatrava, un artista completo che sintetizza il connubio tra architettura, scultura e ingegneria...
Le recensioni di Dario Amico e Rosaria Fabrizio per exibart.com

di

E’ l’architetto della nostra epoca,un’epoca contrassegnata dalla velocità e dal movimento perpetuo e continuo di tutto:persone,cose,idee.
Le sue opere –in mostra a Firenze a Palazzo Strozzi dal 5.X.2000 al 7.I.2001– cercano ed esprimono spazi “mobili” ed “in mutamento”.
Se da secoli abbiamo visto,pensato,immaginato l’architettura come la quintessenza della solidità e della stabilità,con questo architetto-ingegnere spagnolo abbiamo un’architettura che certamente parte dal bisogno di stabilità (che è costitutivo della materia) ma che nello stesso tempo esprime la sua vocazione alla leggerezza ed alla trasformazione.
Non più l’architettura come una roccia,salda ed immobile,ma come un albero,egualmente solido ma che ogni giorno si arricchisce di nuovi rami,fiori,frutti –mutamento,appunto. Calatrava è architetto tout-cort,ma è indubbiamente famoso –anche presso il grosso pubblico non necessariamente ferrato nelle cose dell’architettura– per i suoi ponti. In Spagna,come il ponte Alamillo (’87-’92),il ponte Alameda (’91-’95),il ponte pedonale sul fiume Reus (’87);ma anche realizzazioni negli USA ed in Canada,come la Gallerìa BCE a Toronto (’87-’92) o progetti per l’Italia,come un ponte sul Canal Grande a Venezia (’97) che finchè resta sulla carta -o sullo schermo di un computer- magari raccoglie anche consensi,ma che certamente creerebbe dibattiti infuocati ed ostracismi se per caso si dovesse parlare di realizzazione,come sempre accade nel nostro Paese quando l’architettura contemporanea osa proporsi costruttivamente reclamando i suoi giusti spazi.
Questo del ponte è un tema archetipico,di assoluto valore semantico oltrechè costruttivo –si “getta un ponte” tra diverse culture,tra popoli diversi,in caso di guerra il ponte è un obiettivo primario (i bombardamenti NATO sulla ex-Jugoslavia insegnano,a prescindere da qualunque valutazione etico-morale)– e Calatrava definisce il problema di unire una riva all’altra<>.
Il suo approccio progettuale mira a dare evidenza al movimento delle forze che animano le costruzioni,ispirandosi a quei valori di leggerezza e ritmicità che nutrivano l’opera del maestro dei maestri,quel Brunelleschi che qui a Firenze realizzava la cupola di Santa Marìa del Fiore contro i pareri tecnici di costruttori e maestranze del suo tempo -ed oggi una mostra di Calatrava nella città toscana è un pò come un cerchio che si chiude. Nello stesso tempo l’esposizione ci mette davanti al lavoro dell’architetto spagnolo nella sua interezza:musei,teatri,campus universitari ma sopratutto stazioni ed aeroporti (Valencia,Lisbona,Lugano),nella convinzione che <>.
Disegno per il progetto della cattedrale Oakland
La sostanza dell’architettura ritorna ad essere quella immaginata dai protagonisti degli inizi del ‘900,più volte ripresa ed abbandonata:un sistema di snodi –interzone, le definiva uno scrittore visionario come W.Burroughs.
E visionario è certamente Calatrava nelle sue architetture,tanto da sostenere che la follìa ha grande importanza nel suo lavoro,alla ricerca di <> –come una geometrìa frattale.
Infine,oltre ai disegni tecnici sono presenti sculture –come la celeberrima “Shadow Machine”esposta al MoMA di New York nel ’92 ed alla Biennale di Venezia nel ’93,parti metalliche in movimento che suggeriscono il volo di un fantastico uccello preistorico–,acquerelli,fotografìe –l’architetto come artista totale,come quegli architetti italiani rinascimentali che Calatrava indica come esempi da seguire,a dimostrazione del fatto che spesso i grandi innovatori sono capaci di dare forme nuove ad idee espresse e praticate secoli prima.

Dario Amico

La recensione di Rosaria Fabrizio
Un artista che ha esplorato nuove forme artistiche e tecnologiche e che ha considerato sempre l’arte come qualcosa di complessivo, così come veniva considerata dai grandi scultori rinascimentali, quali Michelangelo e Sansovino. Tale concetto è strettamente legato alla scelta della sede. Infatti, Palazzo Strozzi è l’espressione del tempo antico, quando le arti non erano divise e i grandi pensatori integravano tutte le possibilità artistiche e tecniche, contemporaneamente scoprendo ed esplorando nuovi campi.
La mostra raccoglie sculture di grandi dimensioni, plastici di opere architettoniche, pannelli fotografici esplicativi delle costruzioni, che sintetizzano vent’anni dell’attività di Santiago Calatrava, che tra l’altro ha partecipato alla realizzazione della città della scienza di Valenzia, degli aereoprti di Bilbao e di Lione, per accennare solo ad alcuni dei suoi progetti presenti in diverse parti del mondo. Inoltre, nella mostra sono esposti acquerelli originali e disegni del corpo umano in movimento, che rappresentano la base per le sue progettazione di ponti, torri e palazzi, considerati elementi vitali delle città. L’artista introduce il movimento come protagonista del suo lavoro, che si ritrova nelle ultime sale espositive dove ali protettive si aprono e si chiudono intorno alle costruzioni.
Il percorso espositivo si conclude con la proiezione di un video che ripropone le costruzioni e le opere realizzate da questo grande artista, architetto, scultore, ingegnere contemporaneo.



Dal 5.X. 2000 al 7.I.2001. Calatrava. Firenze , Palazzo Strozzi, piazza Strozzi. Tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 20

[exibart]

7 Commenti

  1. Rispondo a quanti hanno richiesto i recapiti per informazioni. Giusto far notare la mancanza di tale recapiti (una grave mancanza)tuttavia, indirettamente, è possibile ottenerli in Exibart sfruttando l’ormai ampio archivio. Digitando “Strozzi” nel “Search” in alto del frame di sx nella home, escono almeno altre 3 mostre precedenti di quela palazzo, da cui si deduce che: il numero di telefono è 055/215271, quello di fax 055/244145, quello per le prenotazioni 055/2340742. Al di là delle news sulle mostre in corso, l’archivio di Exibart può anche essere una grande risorsa per ottenere informazioni e per fare ricerca. Inoltre è da considerare che si tratta di una risorsa in progress.

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