A Pisa, negli spazi della Galleria Passaggi, la mostra personale di Tatiana Villani – dal titolo “Körperland” e curata da Alessandra Ioalè – apre un’interessante visione sul corpo, inteso come luogo, paesaggio, figura retorica che vuole essere metafora, sineddoche e similitudine della dimensione eterea e carnale dell’esperienza, come si dice, vissuta sulla pelle.
Il linguaggio dell’arista è vario e dinamico e segue in qualche modo gli stessi apostrofi della sua ricerca incentrata sul viaggio, sullo spostamento di visione, sulla genesi relazionale dell’opera ibrida e sperimentale. In mostra una serie di fotografie Corpo#1-7 che restituiscono dettagli di corpi, tutti femminili, imperfetti sia nella resa materica ritoccata pittoricamente e stratificata su tela che nella scelta visiva del difetto corporeo di una cicatrice o una piega contorta. Pezzi di corpi senza identità e che non mostrano il volto, ma solo la carnalità degli arti, del ventre o delle spalle, appaiono come paesaggi da esplorare e i loro segni testimonianza di fatti vissuti. Sono corpi intimi, nascosti da un sottile velo, da un guscio o dalla fantasia di un vetro floreale quelli delle sculture e della composita installazione Memories#.
La scultura in creta immersa nella gomma siliconica Corpo#02 suggerisce la vibrante tensione tra l’attesa di qualcosa che sta per nascere e la perdita di un frammento.
Lo stesso sguardo bipolare è suscitato dalle sagome dei dettagli dei corpi immortalati al di qua della trama di un vetro floreale, in cui il gioco tra assenza e presenza, intimità e esibizione, erotismo e pudicizia si risolve, in ultima analisi, con un’attenzione morfologica delle immagini capace di evocare un luogo, un frangente spazio-temporale. Le forme sinuose o grottesche sembrano definire paesaggi limitati da linee precise, orizzonti sfumati, scorci di una scena occultata.
Il corpo e il suo utilizzo come luogo ha una lunga fortuna artistica e letteraria, se in senso biblico esso viene concepito come luogo-tempio, in diversi mondi culturali viene trattato in termini di sacralità, cioè di spazio chiuso, concluso come indica l’etimo del termine sacro, sak cioè “recinto”. E proprio nel limite, fra questa linea che demarca visivamente uno spazio, dunque il corpo, e lo sguardo del visitatore che si inserisce l’opera dell’artista Villani, intesa come congegno per mettere in relazione sguardo-corpo. Ciò che appartiene in maniera indiscussa a tutti, il corpo, diventa nelle opere punto di partenza verso nuove visioni, verso nuovi viaggi. La stratificazione visiva di materia presente sia nelle sculture con il silicone o la paraffina che nelle immagini fotografiche con il motivo del velo e del vetro, rimarcano l’accento sulla necessità di una demarcazione, di captare la dimensione di “hortus conclusus” della corporeità fino a sorprendere il corpo come luogo di protezione, scrigno nel quale custodire memorie, episodi, il tempo, l’anima.
Giuliana Benassi
mostra visitata il 5 marzo
Tatiana Villani, Körperland
Passaggi Arte Contemporanea
Via Garofani, 14, Pisa
Info: www.passaggiartecontemporanea.it