Gli arredi per una comunità sconosciuta –
Furnishings for an Unavowable Community – sono il mobilio della possibilità. Oggetti del reale sottoposti alla discrezione del sogno, o del gioco, si lasciano svuotare del loro senso per poter racchiudere qualcosa di diverso; magari disegni fosforescenti e concrezioni dorate simili a pepite. Del resto, il contenuto – scoperto all’aprire di cassetti, allo scorrere di pannelli – non rappresenta che un pretesto; ogni immaginazione vale sempre quanto un’altra.
Così il percorso d’invenzioni firmato
Arlen Austin (Maine, 1981; vive a New York), inedita proposta di Ugolini Contemporary, pur non possedendo ancora la maturità del discorso omogeneo è lo stesso portatore di un’interessante intuizione: che ogni individualità, a discapito del senso “comune”, può essere autrice di scenari infiniti. Come una negazione del principio antropico forte, un arredamento verosimile ma non funzionale suggerisce che in ogni istante potremmo vivere una realtà parallela ma diversa se le nostre azioni variassero appena.
E la conseguente contraddizione delle illimitate perdite – di una vita sola tra le altre – sarebbe risolta proprio dall’artista: è l’arte nel suo darsi in ogni pensabile modalità e forma l’unica rivincita sull’univocità di tempo, spazio e logica, la rivelazione continua che il nostro mondo è soltanto una particolare interpretazione. È dunque simile a una teoria dell’anormalità quella a fondamento delle visioni di Austin, al punto che il resto dell’esposizione appare come origine e seguito di essa.
Il prima è un video dal titolo
Long Forced March, riflessione sul rapporto dell’uomo contemporaneo con la sua “significazione”, termine utilizzato e ripetuto dallo stesso autore. La marcia dell’uomo, a passi di vertiginose conquiste e scoperte, invece di renderci più liberi ci sta mutando in esseri basso-istintuali. È un andare avanti per tornare indietro l’attuale dipendenza dai modelli mediatici; si tratti di guerra, pornografia, talk-show o wrestling, non fa differenza: come in passato, siamo emuli provetti di assurdità legittimate, ma con la smania nuovissima dell’essere visti, votati, se possibile celebrati. Si comprende allora che la giusta significazione viene a coincidere con l’affermazione potente della propria personalità e, per tornare ai termini della questione, con la forza creativa d’immaginare/proporre oggetti, società, dimensioni sconosciute.
Il dopo sono invece variazioni sul tema, ovvero poster in cornici mobili, incisioni in stile fantasy, frasi brevi ma dense di richiami, tutti segni di una ricerca ancora in atto. L’ultimo riferimento spetta all’altro video,
Bird Feed Face, riflessione circa il rapporto di simbiosi tra uomo e animale. Austin in prima persona, con sguardo estatico verso lontananze boschive, lascia che un volatile si cibi sul suo volto.
A dispetto delle apparenze, neppure tale azione è estranea al resto; l’idea sottesa di necessità e sopravvivenza, di contro alla distorsione dell’esistenza contemporanea, potrebbe divenire componente fondamentale dei prossimi lavori.
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Inedita proposta di Ugolini Contemporary, pur non possedendo ancora la maturità del discorso omogeneo è lo stesso portatore di un'interessante intuizione: che ogni individualità....
Diciamo che quasta mostra si confà alla non identità galleristica di Ugolini, nel senso che così come la galleria è alla ricerca di una sua impronta è coerente la scelta di questo tipo di mostra.
Ovviamente non sappiamo se questo giovane artista continuerà a disseminare intuizioni o a raggiungere elaboraqzioni più coerenti con ciò che vuole esprimere.
Fatto sta che così è ora.
Tra l'altro, visto che è in Italia, un studio sul lavoro di Flavio Favelli non farebbe male all'artista.
Cara anonima Silvia di Torino(chissa'invece che non vivi a meno di 1Km dalla mia galleria),accetto con serenita' tutte le critiche del mondo, pero'in certi casi, mi diverte rispondere a messaggi da sfigati come te. Non entro in merito ai tuoi giudizi su di me o l'artista, ma vorrei dirti che qui per il momento quella "senza identita'" sei solamente tu, che spari raffiche di sentenze e ottimi consigli senza dichiarare chi sei; quando si fanno certe affermazioni,o si esprimono dei giudizi forti su altri, per darne una maggiore consistenza e validita'ti consiglio nel futuro di darti poi un vero nome e cognome, altrimenti continua cosi', a celarti e convincerti di essere solo una povera persona frustrata? gelosa? o senza una minima personalita'....