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13
gennaio 2009
fino al 14.II.2009 Marco Tirelli / Enzo Cucchi Firenze, Alessandro Bagnai
toscana
Forme ridotte all’essenza, linee cariche di umana passione, sacralità mediterranee e segni di civiltà senza tempo. Una spruzzata di moderno design, luci calde e contorni sfumati, Concettuale e Transavanguardia. Un cocktail per chi non teme lo slalom fra linguaggi diversi...
Forme dalla vitalità ammiccante, una essenzialità carnosa e morbida, contorni rubati a una elevata miopia, alla quale piace dissolvere nelle nebbie ogni fisico confine. Le geometrie pulite e spaziose della Galleria Bagnai sembrano il luogo elettivo per proporre le grandi suggestioni di Marco Tirelli (Roma, 1956), che per l’occasione ha realizzato su tela e carta una trentina di opere. Tutte nel 2008 e tutte rigorosamente Senza titolo.
Nella sala grande si fronteggiano e si sfidano una sequenza militare di ominidi, potenziali pedoni di una grande scacchiera e un antro circolare. La forma più semplice è quella più carica di umana vitalità; diventa materiale organico in grado di esprimere passione, promana quasi dalla superficie della tela. I contorni e gli angoli sfumati confondono e giocano con i nostri sensi altri, oltre la vista. I colori sono morbidi, un tenue sapore d’Africa si dipana lento dalle forme rettangolari. Oltre spogli infissi e pareti si scorgono antri dalla luce fioca e inquieta, un panico dolce ci propone di entrarvi. Le nebbie dell’esistenza sono gli inquilini che popolano gli ambienti proposti da Tirelli.
I carboni su carta, nella prima delle aree espositive, sembrano moltiplicare gli esiti creativi e soprattutto la capacità evocativa dell’artista: lave di petrolio? Rocche di filato nero? Sagome di austeri templi di civiltà perdute? O semplici particolari di una scala? Il mistero s’infittisce, una porta si apre sotto una pallida luce, porzioni regolari di materiali ignoti si susseguono in attesa di utilizzo. È Tirelli stesso a spiegare, in una recente intervista, il senso della sua ricerca: cercare nella forma, una volta ridotta all’essenza, le tracce e gli echi del mondo. Esaltare la sua potenza immaginifica.
Accanto, proprio nella sala esposta alla vista dei passanti, convive l’installazione presentata per Outsider Project da Antonella Villanova. L’artista è Enzo Cucchi (Morro d’Alba, Ancona, 1949; vive ad Ancona e Roma). Il tema è il rapporto fra arte e design. Ma il vento è mediterraneo, la luce è piena. Braccia lunghe e sottili, di una donna, ospitano rari preziosi. Oro giallo in soli sei esemplari che scolpiscono storie reali, o solo immaginate: Mare che sei nostro, Le case si riempiono a metà, Giù la piazza nessuno. Di fronte, una ceramica nera, unico pezzo, una sorta di conchiglia dentro la schiuma del mare, volti imberbi che approdano sulle nostre coste. Solo una suggestione?
A completare l’installazione, i cilindri che contenevano i tre bracciali. E un tavolo che proviene direttamente dai mitici anni ’50. Scoppia la passione fra arte e design, un flirt lungo e pieno di avventure. Fontana Arte sceglie come direttore artistico prima Giò Ponti e poi Pietro Chiesa. Ma questo Occasional Table è prodotto durante la direzione di Max Ingrand: una grande lente d’ingrandimento che sembra poter scorrere sulla superficie per decifrare i segni antichi del tempo, o per dialogare con i riflessi dell’altro.
Essenziale ma di grande efficacia comunicativa questo evento, che nasce dalla collaborazione della galleria toscana con le romane Babuino Novecento e Roberto Giustini.
Nella sala grande si fronteggiano e si sfidano una sequenza militare di ominidi, potenziali pedoni di una grande scacchiera e un antro circolare. La forma più semplice è quella più carica di umana vitalità; diventa materiale organico in grado di esprimere passione, promana quasi dalla superficie della tela. I contorni e gli angoli sfumati confondono e giocano con i nostri sensi altri, oltre la vista. I colori sono morbidi, un tenue sapore d’Africa si dipana lento dalle forme rettangolari. Oltre spogli infissi e pareti si scorgono antri dalla luce fioca e inquieta, un panico dolce ci propone di entrarvi. Le nebbie dell’esistenza sono gli inquilini che popolano gli ambienti proposti da Tirelli.
I carboni su carta, nella prima delle aree espositive, sembrano moltiplicare gli esiti creativi e soprattutto la capacità evocativa dell’artista: lave di petrolio? Rocche di filato nero? Sagome di austeri templi di civiltà perdute? O semplici particolari di una scala? Il mistero s’infittisce, una porta si apre sotto una pallida luce, porzioni regolari di materiali ignoti si susseguono in attesa di utilizzo. È Tirelli stesso a spiegare, in una recente intervista, il senso della sua ricerca: cercare nella forma, una volta ridotta all’essenza, le tracce e gli echi del mondo. Esaltare la sua potenza immaginifica.
Accanto, proprio nella sala esposta alla vista dei passanti, convive l’installazione presentata per Outsider Project da Antonella Villanova. L’artista è Enzo Cucchi (Morro d’Alba, Ancona, 1949; vive ad Ancona e Roma). Il tema è il rapporto fra arte e design. Ma il vento è mediterraneo, la luce è piena. Braccia lunghe e sottili, di una donna, ospitano rari preziosi. Oro giallo in soli sei esemplari che scolpiscono storie reali, o solo immaginate: Mare che sei nostro, Le case si riempiono a metà, Giù la piazza nessuno. Di fronte, una ceramica nera, unico pezzo, una sorta di conchiglia dentro la schiuma del mare, volti imberbi che approdano sulle nostre coste. Solo una suggestione?
A completare l’installazione, i cilindri che contenevano i tre bracciali. E un tavolo che proviene direttamente dai mitici anni ’50. Scoppia la passione fra arte e design, un flirt lungo e pieno di avventure. Fontana Arte sceglie come direttore artistico prima Giò Ponti e poi Pietro Chiesa. Ma questo Occasional Table è prodotto durante la direzione di Max Ingrand: una grande lente d’ingrandimento che sembra poter scorrere sulla superficie per decifrare i segni antichi del tempo, o per dialogare con i riflessi dell’altro.
Essenziale ma di grande efficacia comunicativa questo evento, che nasce dalla collaborazione della galleria toscana con le romane Babuino Novecento e Roberto Giustini.
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dal 13 dicembre 2008 al 14 febbraio 2009
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Galleria Alessandro Bagnai
Via Salutati, 4/r (zona piazza Gavinana) – 50126 Firenze
Orario: da lunedì a sabato ore 10-13 e 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0556802066; fax +39 0556814190; galleriabagnai@tin.it; www.galleriabagnai.it
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