Categorie: toscana

fino al 15.II.2004 | Costantino Nivola | Firenze, Forte Belvedere

di - 22 Gennaio 2004

Un nome che è quasi un destino: Costantino, nome imperiale che esprime una sintesi artistica di classicità e modernità. Sembra di ripercorrere gli inizi del IV sec. d.C. in cui l’arte del tardo Impero Romano mostrava elementi e rilievi classici in dissolvenza e quell’armonico equilibrio tra le parti e il tutto apriva la strada a un linguaggio formale più aspro, simbolico, spesso lontano da qualsiasi intenzione realistica come nel “gruppo di porfido dei Tetrarchi”.
Costantino Nivola sembra portare nel suo dna l’imprinting di un’arte lontana, ma terreno di cultura per la nostra civiltà. Cittadino del mondo, al contempo fortemente legato alla sua terra, la Sardegna e toscano di adozione nella fase conclusiva della vita, ha attraversato il XX secolo da protagonista. Dalla tragedia, con la promulgazioni delle leggi razziali del ’39 che lo portò esule in America, alle fortune di un’attivitàartistica di sperimentazione e studio che oltreoceano molti apprezzarono ed esaltarono.
Firenze gli dedica oggi un’ampia retrospettiva esaustiva delle molteplici fasi del suo lavoro così vario, tuttavia sempre immagine di estrema continuità espressiva come ricorda Carlo Pirovano nel testo in catalogo.
A New York Costantino Nivola conobbe Calder, Pollock, De Kooning e strinse amicizia con Le Corbusier con il quale collaborò in opere achitettoniche. L’architettura agiva come elemento stimolatore e di sintesi fra il pensiero socio-morale del primo e quello intimo e fortemente personalizzante dell’artista. Non fu un adattarsi ma un esprimere le sue tematiche con quel linguaggio formale e sempre estremamente raffinato che troviamo sia nelle opere decorative di grande respiro sia nelle sculture. In cemento prima, in marmo di Carrara poi, in quelle più intime di terracotta, in legno e bronzo. Nel 1953 realizza, per la sede newyorkese della Olivetti un lungo rilievo decorativo in cui motivi prettamente cubisti si alternano e si interscambiano con figurazioni che molto sanno di arcaico e paleocristiano. A Forte Belvedere sono esposte la maquette preparatoria e frammenti di studio o varianti della decorazione definitiva.
Nei lettini torna il privato, l’intimo. Nelle piccole sculture in terracotta l’artista ritrova le sue origini, la sua terra e quel dualismo che lo accompagnarà fino a metà degli anni sessanta. La piena maturità si esprimerà nelle Madri, figure nivee, essenziali che riunificano nel “tutto” del cosmo femminile la dicotomia artistica di Nivola. Non negherà però la figura maschile, che ricompare in tutta la sua monumentalità nel palazzo della Regione a Cagliari dove l’artista …trova la via per portare a termine il fine ultimo della scultura: una composizione capace di trasmettere principi duraturi…. ideali da lasciare in eredità alle generazioni future.. (Fred Licht).

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il Museo Nivola

daniela cresti
mostra visitata il 9 gennaio 2004


fino al 15/01/2004
Forte Belvedere
Aperto tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 17.00
Biglietto Euro 6,50
Info 055244145
Catalogo Electa


[exibart]

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