Il celebre artista della Transavanguardia Enzo Cucchi ha realizzato un nuovo progetto appositamente pensato per la galleria fiorentina Poggiali e Forconi.
Si tratta di Cosmogonia, una mostra che indaga la dottrina della visione della realtà.
Le opere fulcro sono le tre Cosmogonie, grandi arazzi circolari di circa 190 cm di diametro ciascuna, eseguite su tela di lino, che riportano disegni, tasche di cotone, inserti di tessuto e cuciture. È la prima volta che l’artista si confronta con questo tipo di lavoro e lo fa mostrando la volontà di dare forza e visibilità alle singole trame e imbastiture.
Al loro interno, su uno sfondo cosmico e impenetrabile, cavalli galoppanti trainanti dei carri. Una volta Cucchi disse che l’immagine sta sempre dietro le spalle dell’artista e lo spinge continuamente. Ebbene Cucchi, che come sempre opera nel suo mondo inventato e stravagante che diventa anche incubo, popolare e leggendario, immagina la nascita del cosmo ancora una volta con la presenza degli animali: in questo caso, appunto, cavalli. Nella mitologia l’equino è associato al Sole, all’acqua, al vento, alla Terra. Il cavallo altro non è che la nascita del cosmo, la cosmogonia stessa. Qual è il rapporto dell’uomo con il cosmo? Con la sua origine ed evoluzione a cui è profondamente legato? Cucchi riflette su come le cose più importanti, spesso addirittura ovvie, siano in realtà ignorate o fraintese. Cosmogonia vuole risvegliare la nostra attenzione proprio su tutto ciò a cui non facciamo più caso, e portarci a guardare nuovamente il mondo nelle sue manifestazioni più “banali”.
A proposito di questa “disattenzione diffusa” nel catalogo della mostra viene citata la famosa storiella raccontata dallo scrittore americano David Foster ai suoi studenti: «Ci sono due giovani pesci che nuotano e ad un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: – salve, ragazzi, com’è l’ acqua? – I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa: – Che cavolo è l’ acqua?»
L’artista ci dice senza tanti giri di parole, di iniziare a renderci conto del mondo in cui viviamo, esistiamo, invecchiamo.
Il proposito è più che mai apprezzabile ma le tre Cosmogonie risultano un po’ troppo deboli rispetto all’intento che si propongono.
Con l’opera Trittico, che trae ispirazione dalla frase di Leibniz “altrove è tutto come qui”, Cucchi continua la sua indagine e rende protagonista dell’opera il mistero della realtà esteriore, che si manifesta tramite tre gatti disegnati e posizionati sulla superficie di pietra di tre semisfere collegate tra loro come facenti parte della stessa galassia.
Anche in Prisca, tre litografie cubiche che recano opere originali del Maestro, si continua l’indagine sul mistero della realtà iniziata in Trittico. Su ogni faccia si articolano elementi che sono spesso ricorsi in passato nell’opera di Cucchi: rocce, case, alberi, lupi, volti umani che tra un cubo e l’ altro si osservano, immobili, ma che evidentemente portano nel loro sguardo la coscienza che esistiamo solo perché veniamo guardati, contestualizzati su di un comune terreno. La realtà, ci dice Cucchi, esiste solo perché la guardiamo.
Ad avere una loro forza intrinseca sono i due Senza Titolo. Opere in bronzo che attingono evidentemente alle origini marchigiane dell’artista e che si presentano con forme ancestrali.
Negli spazi adiacenti a via della Scala, in via Benedetti, troviamo i Quadri Politici Svizzeri, opere che combinano scultura e pittura in piccolo formato.
I tre teschi allineati, che Cucchi ha sempre identificato come il corrispettivo delle mele di Cézanne anche per la mancanza di valenza drammatica che l’artista attribuisce loro, sono associati a paesaggi con lupi e casette in miniatura. L’ invito alla visione è sottolineato dal fascio di luce che indica l’opera e la incornicia al tempo stesso.
Nel suo “Si crede Picasso” (Mondadori) Francesco Bonami ha detto di Cucchi che è un terribile pittore, ma un ottimo disegnatore. Effettivamente la parte pittorica di questa mostra lascia perplessi, sia per la tecnica che per l’uso esasperato di soggetti come arcobaleni, casette, gatti. In tanti anni di pratica artistica e dopo aver avuto grande successo sarebbe bello vedere lavori che superino i precedenti, dove l’artista approdi a nuove figurazioni, anche se la mostra porta comunque con se forti significati simbolici e il “discorso delle ragioni” di Cucchi reca insegnamenti universali.
Greta Scarpa
Mostra visitata il 23 novembre 2013
dal 23 novembre 2013 al 15 febbraio 2014
Enzo Cucchi – Cosmogonia
Galleria Poggiali e Forconi
Via della Scala, 35/A Firenze
Orari: martedì- sabato dalle 10:00- 13:00/ 15:00- 19:00