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fino al 15.IX.2002 John Bellany nella Valle del Serchio – A new Provence Barga (lu), sedi varie
toscana
John Bellany, baronetto per meriti artistici, maggior artista scozzese vivente, una grande vicenda pittorica, una grande storia di vita. E questa mostra è un atto d’amore a questa terra e a questa gente, o meglio, all’atto meraviglioso dell’esistere…
John Bellany nasce nel 1942 a Port Seton, paese di pescatori, da famiglia di pescatori, con nonni pescatori che vivevano a Eyemouth. Il cupo mare del nord segnerà l’avventura del ragazzo Bellany, come il viaggio a Buchenwaldt nel 1967 influenzerà il periodo più buio della sua arte. Poi, al culmine del successo, la vita prende una piega dolorosa e imprevista. Il divorzio, la salute che comincia ad abbandonarlo, la morte della seconda moglie. Nel 1988 il trapianto di fegato; sarà l’unico a sopravvivere di tre pazienti e si sentirà un miracolato. E così ecco la rinascita a nuova vita; insieme alla prima moglie, che risposa, il colpo di fulmine per la Garfagnana e per Barga, dove decide di vivere sei mesi l’anno. E la profondità dello sguardo affettuoso e comprensivo di chi tanto ha sofferto e ama con nuovo impeto vita e persone, accarezza questi paesaggi, queste scene di borgo, questi teneri ritratti: Natalina e Lolli (foto), ovvero la sua cuoca col cagnolino, Il mio amico Claudio, il cuoco, Famiglia toscana, La casa verde, e poi il mare sempre protagonista senza soluzione di continuità, ma quelPort Seton così diverso, perché diversi gli occhi dell’artista. E se parli con la gente di Barga avverti come l’affetto di Bellany sia ricambiato, con discrezione e verità. Picasso occhieggia sempre da queste tele, ma ciò che la mostra ci dona di più raro e prezioso è una lezione esistenziale, che ci rapisce nella luce solare dei suoi paesaggi e ci commuove a quel guardare tenero e partecipe ai soggetti ritratti.
Umberto Sereni, sindaco della cittadina, cita nel saggio in catalogo Simon Shama e il suo Paesaggio e memoria . La tesi fondante del libro riconosce nel paesaggio l’essenza del legame vitale fra uomo e natura. E certo la pittura di Bellany della Valle del Serchio si è nutrita, ne ha tratto linfa vitale, come già un secolo prima un illustre predecessore. Giovanni Pascoli fa di Barga-Castelvecchio la sua dimora. Lo cita Sereni, dal discorso a pochi mesi dall’arrivo a Castelvecchio, e noi con lui. Se prescindiamo dall’indole saturnina di Pascoli, che poco si concilia con il fondamentale ottimismo che traspira da Bellany, sono parole che paiono scritte per l’artista scozzese e che ci svelano l’immutata malìa di questa terra.
«Cercavo un anno fa un luogo appartato e solitario dove fare certi miei poveri lavori e ribevermi certe mie lacrime in pace. Venni a Barga. Vidi che c’era “bello” e sostai. Ora la vostra accoglienza, o cittadini di Barga, mi dice che in questi luoghi c’è “buono”. Dove è la bellezza e la bontà il cuore dell’artista non ha altro da desiderare. Io rimarrò qui .»
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Sito ufficiale di John Bellany
Il sito di Barga
valeria ronzani
6 luglio – 15 settembre 2002; Barga (lu), Palazzo Ricci, via Roma 20, Palazzo Angelio, piazza Angelio, Galleria Comunale, via Borgo 18. Orario nelle tre sedi: 10-13, 17-22.30. Ingresso: libero. Informazioni: 0583-724770 Comune di Barga Fondazione Ricci 0583-724357. Catalogo: Barga, Arteimmagine, 2002
[exibart]
C’è anche da notare, purtroppo, che i suoi lavori più tremendi e di più sviscerante modernità sono proprio quelli del suo (come per la maggior parte degli artisti di quella decade) decennio professionalmente più sofferto: the 70th!