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fino al 15.IX.2006 Quasi l’infanzia Firenze, Palazzo Vecchio
toscana
Infanzia negata. Da tragedie annunciate, spot pubblicitari traboccanti merendine, madri serene e tanta gioia. Forse è solo il racconto falso e subdolo di prime pagine e televisione...
Pervade il sentimento dell’infanzia negata, un universo complesso e sfuggente che sopravvive nel dolore delle immagini esposte nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. La mostra Quasi l’infanzia, importante appuntamento di Firenzestate 2006, porta con sé il segreto enigmatico sempre evocato dell’infanzia trafugata. Dal potere, dalla demagogia, dall’aggressione mediatica. Il video di Maria Marshall introduce, con scene al limite del dramma, all’esplorazione di questa realtà complessa. Un corpo di bambino affiora e scompare nell’acqua, le riprese e il montaggio sono sofisticati. È uno sguardo disincantato ma accogliente. Perché è nell’arte che l’infanzia ha trovato rifugio, è attraverso l’arte che ritorna tra noi silenziosamente, è con l’arte che “…per bisogno ancestrale di risposte e consolazione parliamo d’infanzia. All’infanzia diamo un volto e una voce.” (Sergio Risaliti)
Una mostra dal forte impatto emotivo che nulla concede al voyeurismo e al giudizio morale. Le immagini colpiscono per intensità espressiva e per la decontestualizzazione ambientale. Il dialogo s’istaura tra il visitatore e gli sguardi severi, spesso sulla difensiva, degli adolescenti ritratti da Igmar Krauss. Ritratti a mezzobusto in rigido bianco e nero e in pose volutamente studiate -da dagherrotipo ottocentesco- concorrono all’assolutizzazione dell’immagine, evocando memorie di dolore e solitudine. Ancora bianco e nero nel lavoro di Wang Ningde, artista cinese di nuova generazione, usato come schermo per illustrare il distacco dal reale, come stato sospensivo di riflessione e ricerca di una rinascita sociale e culturale. I protagonisti delle sue opere hanno gli occhi chiusi, sembrano cercare una modernità che non può prescindere da un passato complesso, spesso contraddittorio ma necessario. Paola De Pietri usa invece il colore come ricerca di paesaggio. Nella serie Here, again dieci foto ritraggono dieci madri con bambini della stessa età (dieci mesi) in braccio. Niente sorrisi, volti impassibili in uno scenario alienante. In primo piano queste protagoniste inconsapevoli scandiscono un messaggio di richiamo iconografico esaltato, quasi glorificato da uno sfondo urbano anonimo ed estraneo. Nan Goldin con il suo privato fatto oggetto di creazione artistica descrive in sequenza di immagini “l’intensità controversa, fatta di carne e sangue, prevaricazione e struggenti tenerezze, di tutte le relazioni umane” (Pietro Gaglianò). Si susseguono scene di parto, madri che allattano, accudimenti quotidiani tutto rigidamente in interni, con il realismo essenziale della consuetudine.
L’intensità del suono di Altopiano parlante, brano di Marco Parente dà voce e mutua il messaggio visivo in un sentire profondo e condiviso.
daniela cresti
mostra visitata il 20 giugno 2006
Dal 20 giugno al 15 settembre 2006
Quasi l’infanzia, Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. Firenze, Piazza Della Signoria
Artisti: Monica Carocci, Paola De Pietri, Peter Fischli & David Weiss, Nan Goldin, Ingar Krauss, Maria Marshall, Wang Ningde, Marco Parente, Paolo Parisi, Luca Stoppini
Curatori: Pietro Gaglianò e Sergio Risaliti
Orario: 10.00/ 13.00 – 15.00/20.00 – Mercoledì e venerdì aperto fino alle 22.30 – Giorno di chiusura: giovedì
Biglietti: interi 5 €, bambini e ragazzi fino ai 14 anni ingresso libero. Per ogni gruppo di 5 persone è previsto un ingresso omaggio.
I titolari di Carta Più Feltrinelli hanno diritto al biglietto ridotto.
I visitatori della mostra potranno ottenere uno sconto alla libreria Edison (fi) esibendo il biglietto
Catalogo presente presso la sede della mostra
Segreteria e comunicazioni esterne: Monica Zanfini – Tel. 055 452567
e-mail: monicazanfini@alice.it – www.firenzestate.it
[exibart]