Di fronte alle creazioni di Ferdinando Coppola l’indifferenza e il distacco diventano sensazioni impossibili. La prima reazione che le oltre cento opere allestite a Palazzo Mediceo per Forma mentis sono in grado di suscitare è di assoluto smarrimento. Un turbamento profondo, psicologico. Che scandaglia i fondali della coscienza, qui risvegliata con un brusco richiamo all’autoanalisi. Nell’arte di Coppola, infatti, non c’è niente di scontato. Anzi. La sua ricerca, in continuo mutamento, è capace di stravolgere qualsiasi visione prospettica e formale. Il visitatore, trovandosi di fronte a ciò cui non è abituato, dapprima si sente perso. Ma dopo un’analisi attenta e riflessiva il rapporto con l’opera diventa intimo, e l’interpretazione è solo una questione emotiva: per dirla alla Coppola “ognuno ci vede dentro ciò che vuole”. Non a caso, infatti, le opere sono state liberate da qualsiasi gabbia formale, e non hanno né titolo né cornice. Lontane dall’arte immediata ed effimera, queste creazioni sono frutto di una ricercatezza espressiva, formale e visiva senza limiti o condizionamenti di mercato. “Sperimento”, si confessa l’autore, “perché ancora posso permettermelo”. L’artista viareggino, che dipinge da oltre qurant’anni, è infatti insegnante di educazione visiva e comunicazione di massa al liceo artistico di Lucca. Un mestiere che ama, e che gli consente di liberare la sua fantasia in ricerche geometriche e cromatiche che anticipano i tempi. E’ proprio attraverso la forza della linea e del colore, utilizzati come strumenti di comunicazione visiva nella loro pienezza espressiva e illusionistica, che Coppola manifesta la sua sensibilità cognitiva. I suoi non sono solo “quadri”, ma spaccati tridimensionali che giocano con la geometria su spazi infiniti. Tutto questo espresso attraverso moti continui e ripetizioni seriali di lamelle, sfere, linee curve e linee rette, rettangoli e quadrati, cerchi e architetture indefinite presenti in natura. Ma lo studio di Coppola riesce a compiere il miracolo della traslazione, passando dalla geometria “pura” all’esplosione dei colori (ora freddi ora caldi, ora scanditi ora graduali) o all’originale rimpasto di dettagli celebri, come le luminose elaborazioni delle ciocche bionde della Venere del Botticelli e delle pieghe degli abiti dipinti da Van der Wayden. Insomma, Ferdinando Coppola si presenta come il miglior erede dell’Avanguardia storica. E tra esplosioni futuriste e richiami all’Optical Art, dopo tanti anni è ancora in grado di stupire. L’artista continua a lavorare con l’aerografo dipingendo su cartone. Ma stavolta le regole sono cambiate. Nelle opere più recenti allo spruzzo si è aggiunta la “scomposizione”, ottenuta attraverso il collage. Dipinte le linee sul cartone, Coppola taglia, ruota, scompone e ricompone con sorprendente abilità. L’effetto è folgorante: l’occhio ricerca l’equilibrio iniziale della composizione; ma ciò che riesce a percepire sono “altre” forme.
Gianluca Testa
Forma mentis – Ferdinando Coppola
Fino al 15.V.2002
Palazzo Mediceo, Seravezza (Lucca)
via del Palazzo
tel. 0584 756100, fax 0584 757443, e-mail palazzomediceo@comune.seravezza.lucca.it
orario: mart_dom, 15-19.30
Per le scuole, telefonare per appuntamento al 0584 756100.
Catalogo “Forma Mentis” in mostra a € 15 (testi di Luigi Bernardi e Dino Carlesi)[exibart]