Il progetto Counterprint nasce dall’esigenza della Santa Reparata International School of Art di intraprendere un confronto fra i propri studenti e docenti, prevalentemente stranieri, con artisti che vivono in Toscana. Progetto interessante che contribuisce ad allargare il panorama artistico contemporaneo.
Il titolo dell’evento ne definisce gli obiettivi: Counterprint significa controstampa ed ha lo scopo di instaurare una dialettica fra ordine e disordine in un costante rimando e rovesciamento del punto di vista immaginifico.
Carlo Guaita e Paolo Parisi, realizzano le loro opere utilizzando varie tecniche che, attraverso la stampa, il monotipo e il frottage pongono la base metodologica del processo di ricerca formale e di attenzione progettuale. Entrambi espongono un’opera del 1993 ed altre, più numerose, recenti. Colpisce il cambiamento di dimensioni,
Carlo Guaita propone una lettura del suo lavoro evidenziando l’attrazione per la stampa come processo di creazione di immagine, immagine che nel grande frottage monocromo del ’93 definisce stampa solida. Man mano la solidità si attenua, perde il controllo e nelle opere attuali diviene liquidità, sfugge alle intenzioni, crea figurazioni e sbavature che impreziosiscono i monocromi attuali. Sempre colori sporchi, niente è netto e definito, tutto lascia intravedere strutture e immagini che provengono dall’intimo, non sempre cosciente, ma che sempre sconfina nella pittura.
Anche Paolo Parisi è arrivato al monocromo, ma non come negazione, anzi… Parisi contrappone all’idea di assolutezza originale un’ipotesi di ripresa, condivisa dai lavori di Guaita che, più che negare esprimono saturazione. L’opera del ‘93 di Parisi rappresenta l’aspetto topico del suo percorso artistico di quegli anni. Immagini cartografiche proiettate e ritracciate con le dita intrise di argilla. Il colore rimane inalterato, protetto com’è da uno strato di resina trasparente. La resina ha anche l’effetto di donare all’opera una trasparenza non casuale che evidenzia la struttura sottostante e lievi cenni della mappa originale. Nei Monti della Luna, l’immagine inizialmente scomposta in tre matrici a se stanti viene ricomposta dalla loro sovrapposizione sulla stessa tela ed unificata da un monocromo acrilico, solitamente deciso. L’esito finale va letto con occhio attento, solo così scopriremo alcune piccole tracce e lievi bordature degli originali.
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