Nell’autunno 2004 un’alluvione a Carrara provoca ingenti danni, tanto che l’amministrazione comunale decide di far slittare la Biennale di Scultura, prevista per l’estate 2005, all’anno successivo: un danno all’immagine dell’istituzione che viene giustamente vissuto dalla cittadinanza come “pausa di riflessione” e, almeno in parte, risarcito da questa edizione 2006 che, grazie a una regia equilibrata, riparte col piede giusto.
La mostra, a cura di Bruno Corà, è suddivisa in tre sezioni. Alveare è un’ampia retrospettiva storica con un centinaio di opere. Una panoramica di grandi nomi dell’arte contemporanea dove non manca nessuno, dai “capisaldi” italiani (Merz, Pascali, Anselmo, Fontana, Manzoni, Paolini) a quelli stranieri (Beuys, Laib, Gormley, Long); c’è persino un’opera inedita di Kounellis e una appositamente concepita di Pedro Cabrita Reis. Non male per una Biennale che sembrava da tempo condannata al provincialismo.
C’è poi Pre-dizioni, sezione dedicata agli studenti di varie Accademie europee e ospitata dall’Accademia di Belle Arti di Carrara; e Opere dai Laboratori, piccola mostra en plein air di sculture provenienti dai laboratori della città, allestita in piazza San
Le tre sezioni sono ben presentate, distinte tra loro ma collegate da un percorso indicato al pubblico, anche grazie a uno sforzo promozionale che non ha precedenti in zona. Se in altri luoghi certi dettagli, curatoriali ma anche semplicemente organizzativi, sarebbero dati per scontati, a Carrara il discorso cambia: per anni la città è stata teatro di sterili polemiche e spaccature interne che hanno creato una situazione di immobilità, dal punto di vista pubblico e istituzionale. Sembrava fosse impossibile dar vita a qualsiasi forma di collaborazione. Eppure nel “sottobosco” della città proliferavano esperienze artistiche vivaci e indipendenti: qui, infatti, transitano artisti da tutto il mondo, molti si innamorano di questi luoghi aspri ma di grande fascino e i più coraggiosi vi si stabiliscono pure.
È un segno positivo, per una città con grandi potenzialità, che per la prima volta la Biennale sia ben organizzata, apra infine il suo Museo della Scultura, (l’ex Convento di San Francesco, fresco di ristrutturazione) e soprattutto che coinvolga il tessuto artistico che da sempre ha a disposizione, a partire dai laboratori di scultura, che fino ad oggi dovevano accontentarsi dell’altra manifestazione cittadina, il Simposio di Scultura.
Naturalmente il cammino è ancora lungo. In futuro serviranno altri sforzi e idee competitive. Ma questo è sicuramente un buon inizio.
chiara costa
mostra visitata il 12 agosto 2006
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