È terminata la settimana di celebrazioni dedicata a Primo Conti in occasione del centenario della sua nascita. Il ciclo di manifestazioni ha esordito con una giornata di studio nel corso della quale si sono avvicendati gli interventi di storici dell’arte e amici del maestro, tesi a restituirne tanto la dimensione artistica quanto quella umana. Nello storico Caffè Giubbe Rosse è tuttora in corso l’esposizione fotografica Primo Conti e il suo mondo dove si delinea una ricostruzione per immagini della gloriosa stagione che l’artista ha vissuto da protagonista al fianco di Marinetti, Pavolini, Pirandello, Soffici…
A conclusione delle celebrazioni ha avuto luogo l’inaugurazione della mostra Primo Conti: l’opera ritrovata, allestita presso la sede della Fondazione Primo Conti, tra gli ulivi delle colline fiesolane, nella villa in cui il maestro ha vissuto e operato per lunghi anni.
Alla collezione permanente delle opere di Primo Conti si aggiunge una serie di lavori, provenienti, perlopiù, da collezioni private. In questo modo è stato ricostruito l’intero percorso creativo del maestro che ha sempre saputo cogliere, con rara sensibilità, le istanze più all’avanguardia, riuscendo ad essere un esponente di primo piano dei grandi movimenti che andavano delineandosi in Europa. Interpretando con originalità i fondamenti della sperimentazione e della crisi delle arti, Primo Conti si pone come il testimone per eccellenza della storia del ‘900. Grazie alla sua versatilità, che lo ha portato a indagare tutti i campi della produzione artistica, e alla sua acuta, talora dolorosa, ricettività, Primo Conti presenta un iter artistico variegato e inimitabile.
In mostra sono visibili tutte le diverse fasi della sua formazione: dalla primissima opera, l’Autoritratto, realizzato con sorprendente consapevolezza a soli undici anni, all’ultima tela, in cui la ricerca sul colore si caratterizza per i toni densi e materici. Fra queste due opere si svolge un percorso che riflette la diuturna ansia creativa di Primo Conti.
Dalla produzione di stampo fauve (Darsena di Viareggio, la Natura Morta del 1915) si passa alle opere apertamente futuriste come Bambola=Sintesi di notte moderna e numerosi disegni e collages.
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