Le tre personali di Slater Bradley, Park Chan-Kyong e Grazia Toderi sono state costruite da Lorenzo Bruni con una serie di intrecci tematici. Video e differenti media affrontano la tematica del rapporto con l’immagine, di come l’artista ha reagito prima allo spostamento dall’analogico verso il digitale, poi ad una società che da consumatrice è diventata produttrice di immagini. Da ciò nasce una riflessione sulla percezione/manipolazione del tempo narrativo: il tempo presente si confronta con il passato, viene svelato nella finzione del video, diventa tempo esistenziale, si dilata fino a rappresentare il tempo del cosmo. Making Time è una mostra internazionale dove l’arte contemporanea parla un linguaggio universale.
Il cerchio e l’ellissi sono forme costanti nella ricerca di Grazia Toderi. In Atlante rosso con un gioco di immagini si ricrea una pupilla: occhi di luce ci osservano, siamo guardati dall’universo. Per Toderi i legami con le orbite, rimandano ad un rapporto molto stretto fra cielo e terra. In Centro del 1997 dentro ad una cibachrome su plexigass l’artista aveva tratteggia una ellisse. Nell’istallazione Red map, esposta per la prima volta in Italia, una luce sorgente cade ‘letteralmente’ come una pioggia rosso-violacea, mentre cinque proiezioni ruotano quasi scolpendosi nel pavimento come galassie accompagnate da un rumore primordiale di fondo. Una creazione al femminile nella quale siamo immersi, dove la scelta cromatica con dominante viola si alterna alla luce/non luce producendo frammenti di immagini concrete sempre enigmatiche. Nella nostalgia di uno spazio infinito, il tempo narrativo si espande dal fuori al dentro, lo spazio esterno diventa lo spazio interno dell’immaginazione del visitatore. Siamo figli delle stelle, come diceva Margherita Hack, tutta la materia di cui siamo fatti noi, l’hanno costruita loro.
Grazia Toderi, Scala nera, 2006, Lambda print on plexiglass, cm 70,5×125
Nei due piccoli oli Sundoor Drawing di Slater Bradley un piccolo sole è in equilibrio grazie a geometrie azzurre e blu che lo sostengono, il tempo è bloccato dal razionale, neutralizzato. All’interno dell’opera Aegean Shield (2018), una fotografia manipolata, il pennarello e750 oro copre la parte superiore dell’immagine creando una superficie dorata che delimita l’acqua e si contrappone alla superficie blu ricreata da un altro ‘marker’ della stessa tipologia nella parte sottostante. Vediamo così solo la banda centrale dell’immagine. Un lavoro lento di copertura che sospende il tempo e contiene la negatività o la falsità narrativa dell’immagine sorgente. Bradley racconta che le persone che vengono nel suo studio non sono mai interessate a conoscere quale sia l’immagine celata dietro il velo dorato, un’energia sopra un’altra energia, come un muro di protezione. Cosa c’è dietro il muro, chiedo. Il mistero, risponde. E cosa è il mistero per te? La verità.
L’immagine digitale del villaggio globale racconta e mente. Negli anni del post-internet sappiamo che la verità nell’immagine non esiste, sia essa singola, o una doppia visione. Un doppio racconto coesiste nella foto Bonguksa (2009) dove all’interno della giungla un pittura colorata tradizionale di paesaggio si oppone alla lontana visione della corea moderna con i suoi grigi grattacieli. Anche Park Chan-Kyong crea uno svelamento nella sua finzione narrativa. Nel video Child Soldier (2017) un giovane soldato è sospeso nella giungla sudcoreana, il tempo dell’attesa è dilatato, il visitatore partecipa alla noia e alla tensione temporale, ma alla fine il giovane se ne va, svelando la sua finzione d’attore. In Seven Star (2017), i Myeongdu, strumenti tradizionali sciamanici a forma di piccoli dischi dorati, compongono un cielo stellati e ricreano l’eclissi lunare sovrapponendosi l’uno sull’altro. L’oscurarsi e il rilevarsi del cosmo, il passaggio dal giorno rosso alla notte celeste colorata con pigmenti tradizionali sono le due facce dell’opera in legno in Bright Star 7 (2017).
Mentre l’artista si confronta con le visioni del villaggio globale, alza lo sguardo sopra di lui e grandi domande nascono nella sua poetica: citando Grazia Toderi “fin da bambina… guardavo il cielo, le stelle e la luna con tutti i perché di una bambina che guarda queste cose. E crescendo questa cosa non è passata per cui tuttora continuo a guardare il cielo e chiedermi le domande che mi chiedevo quaranta anni fa” (Toderi, 2010).
Rossella D’Alessandro
Dal 29 Settembre al 15 Dicembre 2018
Slater Bradley, Park Chan-Kyong, Grazia Toderi, Making Time
Galleria Poggiali, Firenze
Via della Scala 35/a / Via Benedetta 3/r
Orari: Martedì – Sabato: 10 – 13 / 15 – 19
Info:39 055 287748