Non è certo un filo invisibile quello tra Leonardo e una personalità come Nam June Paik. Il grande genio del Rinascimento, col suo eclettismo a tutto campo, con la sua inventio talmente rivoluzionaria da poter essere afferrata in tante sue parti solo secoli e secoli dopo, fosse stato figlio del terzo millennio avrebbe senz’altro navigato nell’universo dei nuovi media. E così, dopo le invenzioni di Panamarenko nel 1999, chi meglio del padre della video arte poteva rimarcare quel cammino di continua ricerca lungo il sentiero di arte e tecnica (anzi, della tecnica come arte)?
Paik, un eclettico anche lui, nasce come musicista di avanguardia. Si laurea in storia della musica con tesi su Schoenberg, incontra Stockhausen e Cage. La rassegna, curata da Alessandra Pace, presenta una vasta produzione di video dagli anni Sessanta in poi (sei ore di proiezioni) che ben documentano la poliedricità del suo intelletto;
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