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Che cosa succede se l’istituzione culturale più importante d’Europa, il Louvre, decide di cambiare per sempre i connotati a un piccolo centro del nord della Francia con la sua imponente presenza? È quello che si chiede Alain Fleischer, attraverso un lungo film, Naissance d’un musée – Le Louvre Lens, proiettato nell’ambito de Lo schermo film festival. Diviso in tre capitoli, il lavoro di Fleischer esplora, con l’accuratezza del chirurgo, la nascita e lo sviluppo di un progetto coraggioso, la realizzazione di una “succursale” del Louvre in una lingua di terra martoriata dalla guerra prima e dalla crisi poi.
Lens è il piccolo comune nella regione del Pas de Calais scelto per ospitare il nuovo museo; sconosciuto al turismo massivo, e figuriamoci al turismo culturale, è stato sino agli anni ‘60 il centro nevralgico dell’estrazione del carbone ed era, al più, sulla punta della lingua per la squadra di pallone. È qui, però, che il progetto avrà luogo e grazie a una serie di fortunate convergenze: da una forma di mecenatismo che vuol fare godere del brand-Louvre non Parigi, ma il Paese, alla connivenza della Regione che ha rilasciato il 90% del finanziamento necessario e dello stesso governo centrale che ha appoggiato il progetto, superando la sfida del tempo e dell’avvicendarsi di colori politici opposti. Sino, non ultimo, al miracolo di un paesaggio impeccabile nella suggestione che produce; ex bacino minerario, è un vastissimo lembo di natura circondato da colline artificiali a forma di piramide che sembrano essere lì da sempre a fingersi il Louvre.
La scommessa posta in essere, fare politica culturale ed economica al medesimo tempo, rivitalizzando un territorio stagnante da entrambi i versi, è delle più ambiziose, ma tutt’altro che nuova, ci avvisa la voce off di Fleischer che traghetta il corso del documentario con le sue riflessioni. Già il Guggheneim a Bilbao a il Centre Pompidou Metz hanno agito sul territorio rivoluzionandone la portata. E su un solco già tracciato, nel 2012, anno della inaugurazione, si inserisce il Louvre Lens. A dargli sostanza architettonica è stato lo studio Sanaa di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, che ha scelto di aderire armonicamente al paesaggio, tralasciando la verticalità e la pomposità degli edifici che puntano sugli effetti speciali. All’interno, una collezione che non fa invidiare Parigi, e che rigetta la staticità. Le pareti sono spoglie e si cammina tra le opere d’arte. Dal Louvre Lens, e il suo concept museografico di movimento, passando all’esperimento del Centre Pompidou del museo itinerante, quello di Fleischer è, dunque, un viaggio esplorativo in un nuovo mondo calibrato sul concetto di mobilità.
Francesca d’Ettorre
Dal 12 al 16 novembre 2014
Lo schermo dell’arte Film Festival
Via Giovan Battista Niccolini, 3/E
50121 Firenze
Info: www.schermodellarte.org