Quarter è un esperimento di design della città. Si misura nella delicata diplomazia delle passioni. Quella dell’arte contemporanea come rivelazione e analisi, quella della politica di una città dalle mille eredità, quella di un quartiere in movimento. Una diplomazia di contatti, fisici con l’architettura disegnata da Natalini e destinata in gran volume alla Coop, e dialettici con il sistema dell’industria culturale che a Firenze “sverna” qualche week-end per una sfilata e un crostino.
La sfida di Quarter è da un lato creare un cortocircuito di modalità espressive e dall’altro diventare un casa stabile della cultura contemporanea, comprimaria di realtà consolidate del capoluogo toscano.
Dopo i primi sei mesi di vita una serie di iniziative accendono di molte sfumature la kunsthalle fiorentina. Atlante, En plein air, Passages: questi i nomi dei cicli espositivi che vengono affidati alla squadra di tricksters che occupano gli spazi di Quarter. Diversi per linguaggi, generazione e provenienza, gli artisti invitati da Sergio Risaliti offrono una visione del mondo complessa, senza il brivido scordinato di una collettiva; esprimendo, anzi, indipendenza e autonomia.
Nella main-room campeggia una grande installazione. Pittura mozzafiato di Enzo Cucchi. Un asino mangia biada da sacco tricolore. Delle lampade accese sullo stomaco portano disegni di ispirazione dantesca. Le stesse lampade, ma a centinaia, corrono lungo un quadrilatero di legno antistante l’ingresso. Cucchi è uno sciamano, e i suoi tarocchi vengono riproposti, appesi e cinti d’alloro.
Di fianco a Cucchi, ecco Luca Stoppini, alla sua prima personale italiana. Su testiere di letti e specchiere vengono incastonate le pitture fotografiche, frutto di un processo che si avvale dello strumento digitale ma che viene scaldato dalle attese di tecniche vicine alla pittura ad olio. Manierismo tecnologico il cui soggetto è frutto di una sovrapposizione di immagini colte e raccolte in mille situazioni. Carnale e colorato, liquido e sporco, il lavoro di Stoppini trasuda in un allestimento ricco e sempre in progress.
L’ingresso di Quarter è animato da un bar, funzionale ai vernissage e sempre di più cifra stilistica dei musei. Questa volta però è un progetto d’artista, per di più locale. Si tratta di Robert Pettena. Tra un dj set e piante dell’orto, il centrifugato di frutta è servito alla Tarzan.
Marcello Maloberti si confronta invece con lo spazio pubblico, lo stesso percorso dalle famiglie col carrello appena uscite dal supermercato, o della piazza con giardino e oasi di ristoro. Una tenda da ambulante, quattro automobili, mille specchi, musica e vento per creare una coreografia da campo nomade. Bambini al sole che ritagliano libri di animali tra lattine di birra, le stesse che disegnano in terra il passe-partout dell’intercalare di periferia – ‘cazzo’. La piazza si anima di consumatori spaesati e comparse da performance che con degli asciugamani da zoo-safari spiaggiano l’asfalto circostante.
Un corridoio conduce ad una stanza blu, lunga e buia. Seggiole bianche da giardino invitano a sedersi per seguire lo slide-show di Rinko Kawauchi. Lo sguardo dell’artista giapponese, disciplinato dalla sensibilità per le superfici lisce, per i dettagli e per le sfumature, si rivolge al mondo quotidiano con un tono narrativo cui non manca sensibilità classica e senso della bellezza.
Infine, il ciclo pittorico di Alessandro Casati, che ha accompagnato la storia di Quarter nel corso dei suoi primi mesi di vita, giunge all’episodio conclusivo. Il giovane artista completa la serie aggiungendo tre nuove tele a quelle che ormai da circa sei mesi incorniciano le pareti del foyer.
L’inaugurazione ha visto anche l’intervento fuori programma di un gruppo di attivisti, gli stessi che gestivano il bar, i quali hanno rievocato il delitto Giuliani con una performance ‘al pomodoro’. Estetica dell’io-imbratto o denuncia politica, per certo la scelta di usare Quarter, come teatro della provocazione, caratterizza il centro d’arte in qualità di produttore di sentimenti, anche contrastanti. Un luogo che si sta guadagnando la breccia della scena cittadina.
M2
mostra visitata il 23 giugno 2005
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... ma il sito del (s)QUarteR, quando lo aggiornate?
ah sergio...e basta co Pettena...du palle stò Robert...
dove un tempo suonarono i fugazi....
censura
largo ai giovani...
basta cucchi,cucchi
giovaniiiii...
stoppini, casati, maloberti sono ok