Lift Gallery nasce da un’ idea di cinque condòmini di un palazzo romano, che hanno trasformato per una settimana il loro ascensore uno spazio espositivo. Tu ti sei offerto di riproporre l’operazione a Firenze. Perché sei rimasto così affascinato dall’idea?
Perché l’ascensore è un contesto, in cui si può intervenire modificandone la percezione comune. Lift Gallery è un’operazione che si inserisce bene nel mio pensiero; si ricollega al Museo Trans-Unto, che si trova appunto nello stesso palazzo. Nel Museo la guida Fu-Turistica è l’autore, il vero artista, perché suggerisce una chiave di lettura. Nell’ascensore, secondo un meccanismo simile, io lavoro all’interno del luogo
Il moto ascensionale della Lift Gallery diventa metafora di un percorso iniziatico?
Sì, non a caso il titolo della mia performance è Purgatorio. La Divina Commedia offre lo spunto per un nuovo viaggio in un luogo fuori dal tempo e dallo spazio. Ho rivestito il pavimento di specchi, per suggerire l’immaterialità. L’elemento ascensore si sdoppia tra visibilità e invisibilità. Quando sarò solo al suo interno, non potrà osservarmi nessuno. Ogni notte alle dieci, tra il 10 ed il 17 novembre, entrerò nell’ ascensore condominiale in via Torcicoda 115/1 ed appenderò sulle pareti uno dei 7 specchi graffiti che ho realizzato appositamente. Rappresentano scene tratte dalla seconda cantica, accompagnate dalla citazione dei versi relativi. Ogni specchio è una tappa dell’itinerario di crescita interiore. La mia performance consisterà nell’appendere i quadri; sarò nudo, dipinto una notte di blu ed una di rosso. Blu- donna- Beatrice: etereo, con i seni. Rosso- uomo- Dante: terreno, naturale. L’ultima sera, avverrà l’agognato incontro tra le due figure. Diventerò bianco ed ermafrodito. Una fusione. Solo in quel momento, l’ascensore sarà coperto di tutte e sette gli specchi.
Se la performance avverrà dentro all’ascensore, come farà il pubblico a vederla?
Questo è il nodo della questione. Una telecamera filmerà dall’alto l’intera azione, che sarà trasmessa in internet ogni notte a mezzanotte meno un minuto. La mia è una performance segreta, con un richiamo a Nam June Paik. Avviene in un luogo- non luogo e si può vedere solo nello spazio evanescente ed immateriale della rete. C’è un’ascensione anche in questo senso: la performance artistica sale ad una visibilità altra ed eterea.
Durante la settimana dal 10 al 17 novembre, in cui si svolgerà Lift Gallery, l’ascensore sarà utilizzabile dai
Certo. Potranno così vedere l’opera crescere ogni giorno, col moltiplicarsi degli specchi blu graffiti.
L’aggiunta di un tassello alla volta con un intervallo costante di 24 ore mi permette di creare un ritmo non solo spaziale, ma anche temporale. E’ fondamentale per il mio lavoro. Faccio sempre molta attenzione alle date delle mie performances, al loro significato simbolico. In questo sono vicino alla sensibilità di Dante.
Con Lift Gallery, l’arte si allontana dalla galleria tradizionale ed entra nel quotidiano dei condomini?
Sì, anche se la mia performance non ricalca affatto un atto ripetuto quotidianamente dai condomini. E’ qualcosa di eccezionale, realizzato però in un luogo vissuto dalla gente. Non nel museo tradizionale, che rischia di pietrificare e banalizzare l’arte per un pubblico di turisti.
silvia bottinelli
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