Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
10
settembre 2008
fino al 18.IX.2008 Aurelio Amendola Firenze, Galleria Frittelli
toscana
L’attenzione per i dettagli e i particolari. Per svelare ciò che si nasconde a una visione d’insieme. Una raccolta fotografica che ha come trait d’union l’intensità del gesto e dell’atto creativo...
“C’è da dire che di Amendola si subisce il fascino per quel suo modo particolare di tagliare, in scorci improvvisi, le immagini del lavoro di alcuni tra i più grandi artisti dal Rinascimento a oggi. Ritagli senza tempo che avvincono il fruitore attraverso una morbida, sincera espressività del chiaro-scuro”. Con queste parole di Carlo Frittelli si apre il catalogo della mostra fotografica di Aurelio Amendola nella galleria fiorentina. Una corposa selezione che si divide in due serie: la prima dedicata a Michelangelo, l’altra a Burri. Due distinte raccolte che, estremamente distanti all’apparenza, si uniscono nel talento e nell’interpretazione del fotografo, generando a sua volta opere nuove, ugualmente lontane dai soggetti che rappresentano.
Due fili invisibili conducono quindi da una serie all’altra, da un lato l’occhio indagatore e scopritore di Amendola, dall’altra la forza creativa dell’artista, il foco -quello di cui parla Michelangelo nel sonetto 97 delle sue Rime e da cui prende il titolo la mostra- che rinnova e infiamma l’artista. Lo stesso fuoco adoperato dall’amico Burri per le sue combustioni e che Amendola immortala in una serie di scatti, allestiti su una parete frontale all’ingresso della galleria, che all’occhio dell’osservatore si trasforma in sequenza filmica.
![Aurelio Amendola - La tomba del Duca Giuliano de' Medici, Cappelle Medicee, Firenze - 1992 - stampa in b/n - cm 40x50](https://www.exibart.com/foto/61600%286%29.jpg)
Attraverso la scoperta di differenti prospettive, l’obiettivo del fotografo rimanda l’intensità dei gesti dell’artista di Città di Castello; l’immagine che ne nasce viene a assumere quei caratteri di originalità che rendono Amendola artista invece che osservatore. Di rimando immediato lo sfrigolio del cellotex insieme al rumore della fiamma che lo forgia, e lo sguardo dell’artista intento a contenere il tutto. La creazione attraverso la distruzione o, per dirla come Michelangelo, la sottrazione.
Ugualmente, la serie dedicata a Buonarroti, presentando particolari dei geniali marmi rinascimentali tra sfondi neri e misteriosi chiaroscuri, ne abolisce i contesti originali, superandoli verso un piano sia sequenziale che attuale. Attraverso la sua interpretazione, le opere si improvvisano e reinventano, si stringono i rapporti tra oggetto ripreso, soggetto che riprende e visitatore. La macchina fotografica perde il punto di vista distante e oggettivo che la contraddistingue come mezzo di osservazione, per regalare allo spettatore moderne visioni empaticamente cariche di nuovo stupore e bellezza.
![Aurelio Amendola - Combustione, Alberto Burri, Città di Castello - 1977 - stampa colore - cm 50x50](https://www.exibart.com/foto/61597.jpg)
Gli scatti indagatori, esaltando particolari altrimenti nascosti, prevaricano il reale scarto secolare che separa i due artisti, per ricollocarli su un ideale piano atemporale.
Due fili invisibili conducono quindi da una serie all’altra, da un lato l’occhio indagatore e scopritore di Amendola, dall’altra la forza creativa dell’artista, il foco -quello di cui parla Michelangelo nel sonetto 97 delle sue Rime e da cui prende il titolo la mostra- che rinnova e infiamma l’artista. Lo stesso fuoco adoperato dall’amico Burri per le sue combustioni e che Amendola immortala in una serie di scatti, allestiti su una parete frontale all’ingresso della galleria, che all’occhio dell’osservatore si trasforma in sequenza filmica.
![Aurelio Amendola - La tomba del Duca Giuliano de' Medici, Cappelle Medicee, Firenze - 1992 - stampa in b/n - cm 40x50](https://www.exibart.com/foto/61600%286%29.jpg)
Attraverso la scoperta di differenti prospettive, l’obiettivo del fotografo rimanda l’intensità dei gesti dell’artista di Città di Castello; l’immagine che ne nasce viene a assumere quei caratteri di originalità che rendono Amendola artista invece che osservatore. Di rimando immediato lo sfrigolio del cellotex insieme al rumore della fiamma che lo forgia, e lo sguardo dell’artista intento a contenere il tutto. La creazione attraverso la distruzione o, per dirla come Michelangelo, la sottrazione.
Ugualmente, la serie dedicata a Buonarroti, presentando particolari dei geniali marmi rinascimentali tra sfondi neri e misteriosi chiaroscuri, ne abolisce i contesti originali, superandoli verso un piano sia sequenziale che attuale. Attraverso la sua interpretazione, le opere si improvvisano e reinventano, si stringono i rapporti tra oggetto ripreso, soggetto che riprende e visitatore. La macchina fotografica perde il punto di vista distante e oggettivo che la contraddistingue come mezzo di osservazione, per regalare allo spettatore moderne visioni empaticamente cariche di nuovo stupore e bellezza.
![Aurelio Amendola - Combustione, Alberto Burri, Città di Castello - 1977 - stampa colore - cm 50x50](https://www.exibart.com/foto/61597.jpg)
Gli scatti indagatori, esaltando particolari altrimenti nascosti, prevaricano il reale scarto secolare che separa i due artisti, per ricollocarli su un ideale piano atemporale.
articoli correlati
Amendola nella collezione della Gam di Torino
valentina bartarelli
mostra visitata il 29 luglio 2008
dal 4 luglio al 18 settembre 2008
Aurelio Amendola – Michelangelo/Burri. Colpa è di chi m’ha destinato al foco
Frittelli Arte Contemporanea
Via Val di Marina, 15 (zona Novoli) – 50127 Firenze
Orario: da lunedì a venerdì ore 10-13 e 15.30-19.30; sabato, domenica e festivi su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo Carlo Cambi-Spaziotempo con testi di Maurizio Calvesi, Sergio Risaliti e Francesco Vossilla
Info: tel. +39 055410153; fax +39 0554377359; info@frittelliarte.it; www.frittelliarte.it
[exibart]