L’Atelier Lacourière-Frélaut, nel corso dei suoi settant’anni di vita, ha ospitato alcuni tra i più grandi artisti del XX secolo acquistando, così, fama e prestigio di rilievo internazionale. Dal 1929, Roger Lacourière ha lavorato a fianco dei singoli artisti (che non sempre erano incisori di professione) realizzando una sinergia grata ad entrambi; il rapporto tra stampatore ed artista assume i contorni di una comune ricerca tra sperimentazione e tradizione tecnica.
Nel 1950, con l’attività di madame Lacourière, la stamperia amplia il proprio lavoro verso la produzione di opere autonome, non più legate all’illustrazione. È il periodo in cui gli artisti sperimentano nuove formule, tanto nella composizione quanto nella tecnica incisoria.
Il passaggio dell’Atelier sotto la direzione di Jacques Frélaut, avvenuto nel 1959, non comporta un mutamento nella conduzione della stamperia: la notevole capacità tecnica è sempre affiancata dal gusto per la ricerca e per l’innovazione.
La mostra presenta una selezione delle opere contenute nell’archivio storico dell’Atelier; appena un echantillon di artisti, indicativo, però, della vastità del lavoro compiuto fino ad oggi e della molteplicità di esperienze che lo hanno caratterizzato.
L’esposizione è articolata in due percorsi distribuiti tra i locali della Galleria e quelli della Scuola di Arte Grafica.
Nella prima sezione si trovano le opere storiche, quelle realizzate nei primi decenni di attività della stamperia e destinate all’illustrazione. Di Picasso, uno degli artisti più assidui nell’atelier, sono esposte le originali incisioni tratte dalla Tauromaquia di José Delgado; fra gli altri artisti sono presenti Matisse, con alcune acqueforti realizzate per un’edizione delle poesie di Mallarmé; Dalì, con le incisioni per Les Chants de Malmador, e ancora, tra gli altri, Moore e Calder che hanno lavorato anche nella stamperia del Bisonte.
La Scuola ospita le opere dei maestri contemporanei, per lo più litografie svincolate dall’illustrazione di testi: Hartung, Soulages, Zoran Music, Sonia Delaunay…
La presenza delle opere dell’Atelier Lacourière-Frélaut al Bisonte assume un preciso valore per la storia della stamperia fiorentina.
Pietro Gaglianò
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