L�hanno segregata dietro una tenda bianca. Va cercata in modo furtivo per il timore di trovare un estintore o un ripostiglio. E invece eccola l�, la povera
Miss Kitty, appartata e �pudicamente� coperta. Altro che pensarla idealmente ai Musei Vaticani, come proponeva l�artista in una intervista rilasciata a Exibart. Pi� che dissacrante sembra dissacrata, snaturata da quello spirito senz�altro irriverente ma non blasfemo che
Paolo Schmidlin aveva voluto imprimerle, in linea con l�ironia che � da sempre un elemento intrinseco nel suo lavoro.Non sembra esistere un limite al timore reverenziale verso una censura insensata e incomprensibile.
Anche Firenze ha negato il patrocinio del Comune. Purtroppo non c�� rimedio a questa mostra, nata male e mal cresciuta. Alla Palazzina Reale, le opere hanno trovato una collocazione adeguata, ma sembrano aver perso quel pathos e quel fascino di cui erano inizialmente cariche. La mostra appare svuotata di attrazione, triturata nel tritacarne della polemica.
Denuncia piuttosto molti limiti nella coerenza delle opere scelte e nel taglio curatoriale. Si percepiscono punti di vista e valutazioni diversi, non integrati in una sintesi dialettica e visiva apprezzabile.
Manca di fascino, di capacit� di attrarre, di ammaliare. La mostra, come asserisce Schmidlin,
�dopo tante polemiche, discussioni e colpi di scena, mi sembrava quasi si fosse esaurita da sola. Dal mio punto di vista, la riapertura risulta per certi versi superflua�. Ed � proprio cos�, la mostra sembra essere appassita nel guado della bagarre mediatica e
�l�entusiasmo � forse un po� passato dopo tutto quello che � accaduto�, ribadisce
Paolo Cassar�.
Le molte opere interessanti �
sono entrate, senza metodo, ma per consonanze e affinit� elettive�, sostiene Sgarbi. Cos� troviamo un intreccio di fotografia e pittura, gestualit� dichiarate e sfrontate, come nella serie
Joy di
Erwin Olaf o nelle foto di
Robert Mapplethorpe; e allusioni, atmosfere evocative e simboliche, come in
The Kiss di
John Kirby, in
Sebastiane, psiconauta di
Agostino Arrivabene o in
La coperta bianca di
Gonzalo Orquin.
Solo alcuni guizzi singolari nell�allestimento esaltano l�importanza di alcune di esse. La tanto discussa
Piet� di
Cassar� viene esaltata da una disposizione significativa, che la pone in primo piano su una fuga prospettica che incorpora il dittico fotografico di
Timothy Greenfield-Sanders e il traffico incessante degli Eurostar all�interno della stazione di Santa Maria Novella. E
Guy at Wigstock, NYC del �91 di
Nan Goldin la si vede e si apprezza soprattutto dal giardinetto di palme della piattaforma ferroviaria del binario sedici.
Ne emerge, aldil� di ogni polemica, la volont� di vivere dal proprio punto di vista. Ed essendo l�espressione artistica umana,
�nulla di ci� che � umano ritengo a me estraneo� (Terenzio).
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Che cosa si intende per arte omoerotica?
ma per favore! quale punto di vista!? dopo tutto questo rumore la verità è che la mostra non ha nessun punto di vista.
è esigua in tutto, se questa è una mostra sull'omosessualità è costruita attorno al vuoto, per altro vorrei capire perchè l'idea di omosessulità combacia solo con l'immagine di nudi maschili e (raramente) femminili. mah.. solito modo per prendere in giro tutti..
p
ah FROCI.............