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15
gennaio 2014
Fino al 2.II.2014 Andy Warhol, una storia americana Palazzo Blu, Pisa
toscana
Come si può non cadere nel già detto quando si parla di Warhol? Come non pensare al rischio che si corre nell'allestire quella che potrebbe sembrare un'altra mostra strappa-biglietti? Le risposte, a Palazzo Blu, sono invece sorprendenti -
di Diego Faa
La mostra “Warhol – Una storia americana” allestita presso lo splendido Palazzo Blu di Pisa è un percorso lungo trent’anni di storia, un viaggio ideale attraverso le strade, le vicende e le immagini più popolari del Paese che più di ogni altro ha saputo modificare e influenzare l’immaginario collettivo di tutto l’occidente dal dopoguerra fino a oggi.
La sensazione che ne consegue passeggiando tra le sale dell’esposizione, e già suggerita dal titolo della mostra è che l’artista, nonostante le decine di autoritratti presenti, occupi il ruolo di pretesto d’eccezione per raccontare una storia, o meglio la Storia.
Nessuno come Andy Warhol ha saputo descrivere al meglio il suo tempo saccheggiando immagini alla realtà che, reinterpretate e rimodellate attraverso il suo sguardo, tendono a elevarsi verso una condizione di sacralità iconica non più terrena ma immortale.
La sezione più sorprendente e più ricca di spunti è quella che mostra il Warhol che non ti aspetti, quello meno celebrato e poco riconoscibile. L’artista di Pittsburgh, infatti, negli anni Ottanta ha saputo osare e spingersi oltre al già sperimentato e acclamato per misurarsi con la trasposizione visiva della realtà in una dimensione astratta. Uno dei lavori più interessanti esposti, e che meglio esemplificano la volontà di Warhol di superare l’eterno conflitto tra arte figurativa e non figurativa, è Eggs (1982). Archetipo di un’immagine fondante nell’inconscio delle culture, le uova sono storicamente associate al concetto di perfezione divina, di unità dell’essere e d’immortalità. L’immagine che l’artista elabora al primo sguardo appare astratta, priva di forma evidente; ma è il titolo stesso a indicare la giusta chiave di lettura e a ricondurci in una condizione visiva di rielaborazione della realtà in un’ottica personale ma vera, proveniente dal mondo.
La mostra dedica anche una sala al rapporto stretto che Warhol ebbe con Napoli e Lucio Amelio. Come a voler riassumere tutto un percorso d’indagine artistica, e voler ulteriormente rimarcare le connotazioni più d’impatto nella ricerca di Warhol, non poteva mancare una delle opere più esemplificative del messaggio pop: Myths (1981). La grandissima tela ci ricorda in maniera chiara e stilizzata la capacità dell’artista di rielaborare l’immaginario contemporaneo americano attraverso dieci personaggi: dallo Zio Sam, a Santa Claus, da Superman a Greta Garbo per arrivare a The Shadow che assume le inquietanti sembianze di Warhol. L’esito è esemplare per capacità stilistica e rigore concettuale. Ne scaturisce un catalogo d’immagini composto di frammenti di cultura popolare che sono trasformati e rielaborati per farsi tavola periodica di una mitologia contemporanea collettiva.
Diego Faa
dal 11 ottobre 2013 al 1 febbraio 2014
ANDY WARHOL. Una storia americana
Palazzo Blu, via Lungarno Gambacorti 9, Pisa
Orari: lunedì – venerdì, 10-19; sabato e domenica, 10-20.
Info: www.mostrawarhol.it