La bellissima mostra, curata da Francesca Cagianelli, riporta un sottotitolo che dichiara la linea sulla quale si fonda il progetto espositivo: Dal Volto alla Maschera.
La ricerca critica e storiografica che supporta l’esposizione, approfondisce i rapporti tra artista e committente tra i riflessi delle correnti artistiche e delle congiunture storiche. Dall’alba del XX secolo agli anni del secondo dopoguerra gli artisti hanno, di volta in volta, messo in atto diverse formule della ritrattistica che rispondevano a mutate esigenze del gusto, della cultura e degli assetti politici nel Bel Paese. Le sei sezioni tematiche affrontano altrettanti temi percorrendo le evoluzioni in un cinquantennio di storia attraverso le opere dei grandi maestri dell’arte italiana
Il punto di partenza è l’iconografia ufficiale dai primi decenni del Novecento agli anni
La figura di Mussolini è al centro della seconda sezione: il Duce tra celebrazione e derisione, dalla propaganda futurista (Dottori, Marisa Mori), allo stile populista di Primo Conti e Alfredo Gauro Ambrosi, alla satira di Mino Maccari presente con due geniali oli che echeggiano l’espressionismo di Grosz.
Gli eroi nazionali forniscono l’ispirazione per alcuni autentici capolavori presenti nella terza sezione: il Cesare Battisti di Lionello Balestrieri e quello di Carlo Carrà, il sensazionale I martiri di Forlì del guttusiano Gabriele Mucchi. Qui l’eroismo bellico è trasfigurato in una partecipazione drammatica che lascia sullo sfondo qualsiasi apologia: il dramma è quello della guerra, della morte, del sacrificio umano.
Una preziosità della mostra è la raccolta di ritratti inediti di Sironi, piccoli capolavori, bozzetti o schizzi satirici, esposti per la prima volta.
L’esposizione si chiude con una galleria di volti di intellettuali: un nutrito numero di tele del proteiforme Giovanni Costetti, i ritratti di Carlo Levi e, da segnalare, un insolito autoritratto di Pier Paolo Pasolini
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