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24
giugno 2009
fino al 20.IX.2009 Arte del quotidiano Lucca, Fondazione Ragghianti
toscana
A ridosso degli anni ‘60-‘70, l'oggetto d'uso quotidiano è formalmente e concettualmente ridefinito. Per un nuovo modo di concepire design e arredamento. Ripensare l'antro domestico diventa esercizio d'arte...
di Erica Tiozzo
L’irruzione dell’ispirazione creativa nell’arredo domestico per mezzo del design: questa è la tesi di fondo suggerita dalla nuova mostra proposta alla Fondazione Ragghianti.
Le contaminazioni fra arte e design in Italia sono esplorate in un percorso espositivo scandito cronologicamente o per “scuderie”, nel tentativo di cogliere l’ambiente vitale delle tendenze affermatisi negli anni ‘70, ‘80 e ‘90, incarnate da una sessantina di artisti-architetti d’ingegno creativo. Oltre centoventi le opere esposte, tra pezzi originali, prototipi, prodotti artigianali e industriali: sfilano, divise da discreti pannelli in legno, eccentriche lampade, divertenti poltrone, spiritosi mobili e improbabili divani. Manca solo una sedia su cui riflettere e osservare questo silenzioso esercito di oggetti violati nella loro stereotipizzazione e spinti al parossismo, al gigantismo, al protagonismo forzato, pur tenendo miracolosamente ferma la loro utilità e funzionalità.
L’oggetto si anima, quasi volesse parlare, prestandosi al linguaggio dell’arte. Di fondamentale importanza è il titolo stesso attribuito alle creazioni-creature in mostra, sempre profondamente ironico verso quel mondo del quotidiano percepito così piatto, così scontato da aver bisogno di una rivoluzione di carattere totalizzante: il Manutengolo (Adolfo Natalini) è un mobile, Ecate (Toni Cordero) è una lampada, la Teiera serpente è un rettile (Luigi Serafini), il mastodontico Divano bazaar (Giovanetti) è un nido rosa e bianco.
![Mario Ceroli - Rosa dei venti - 1972 - legno](https://www.exibart.com/foto/67822.jpg)
Il percorso si apre con il cosiddetto anti-design degli anni ‘70, influenzato dalla Pop Art, dal kitsch e dai motivi di una natura artificiale, vivacizzata da effetti luminosi. Ci si sposta poi sul sistema poetico degli oggetti “che comunicano” della decade degli ’80; per culminare nel “progetto della bellezza” portato avanti dagli studi e laboratori Memphis e Alchimia, con l’esecuzione di “mobili d’artista” che valicano gli anni ’90, interessando esponenti della Transavanguardia, impegnati a trasmettere nelle loro creazioni un senso fiabesco, onirico, intimistico.
Chiude l’esposizione (ottimamente presentata e curata) la sezione su Megalopoli, la galleria d’arte e show-room di Agneta Holst – animata dalle invenzioni di Enrico Castellani, Alik Cavaliere, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Gianni Pettena, Michelangelo Pistoletto, Giò Pomodoro, Ettore Sottsass, Shama -, che risente di una poetica dell’oggetto frammentaria quanto la nuova realtà mondiale che si va delineando agli inizi del XXI secolo.
![Luigi Serafini - Teiera serpente - 1987 - ceramica](https://www.exibart.com/foto/67821.jpg)
Piace concludere con una citazione da uno dei pannelli didattici conclusivi della mostra: “Arte di sempre, arte sempre, in mezzo a tutti, il ‘dèsain’” (Manlio Brusatin).
Le contaminazioni fra arte e design in Italia sono esplorate in un percorso espositivo scandito cronologicamente o per “scuderie”, nel tentativo di cogliere l’ambiente vitale delle tendenze affermatisi negli anni ‘70, ‘80 e ‘90, incarnate da una sessantina di artisti-architetti d’ingegno creativo. Oltre centoventi le opere esposte, tra pezzi originali, prototipi, prodotti artigianali e industriali: sfilano, divise da discreti pannelli in legno, eccentriche lampade, divertenti poltrone, spiritosi mobili e improbabili divani. Manca solo una sedia su cui riflettere e osservare questo silenzioso esercito di oggetti violati nella loro stereotipizzazione e spinti al parossismo, al gigantismo, al protagonismo forzato, pur tenendo miracolosamente ferma la loro utilità e funzionalità.
L’oggetto si anima, quasi volesse parlare, prestandosi al linguaggio dell’arte. Di fondamentale importanza è il titolo stesso attribuito alle creazioni-creature in mostra, sempre profondamente ironico verso quel mondo del quotidiano percepito così piatto, così scontato da aver bisogno di una rivoluzione di carattere totalizzante: il Manutengolo (Adolfo Natalini) è un mobile, Ecate (Toni Cordero) è una lampada, la Teiera serpente è un rettile (Luigi Serafini), il mastodontico Divano bazaar (Giovanetti) è un nido rosa e bianco.
![Mario Ceroli - Rosa dei venti - 1972 - legno](https://www.exibart.com/foto/67822.jpg)
Il percorso si apre con il cosiddetto anti-design degli anni ‘70, influenzato dalla Pop Art, dal kitsch e dai motivi di una natura artificiale, vivacizzata da effetti luminosi. Ci si sposta poi sul sistema poetico degli oggetti “che comunicano” della decade degli ’80; per culminare nel “progetto della bellezza” portato avanti dagli studi e laboratori Memphis e Alchimia, con l’esecuzione di “mobili d’artista” che valicano gli anni ’90, interessando esponenti della Transavanguardia, impegnati a trasmettere nelle loro creazioni un senso fiabesco, onirico, intimistico.
Chiude l’esposizione (ottimamente presentata e curata) la sezione su Megalopoli, la galleria d’arte e show-room di Agneta Holst – animata dalle invenzioni di Enrico Castellani, Alik Cavaliere, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Gianni Pettena, Michelangelo Pistoletto, Giò Pomodoro, Ettore Sottsass, Shama -, che risente di una poetica dell’oggetto frammentaria quanto la nuova realtà mondiale che si va delineando agli inizi del XXI secolo.
![Luigi Serafini - Teiera serpente - 1987 - ceramica](https://www.exibart.com/foto/67821.jpg)
Piace concludere con una citazione da uno dei pannelli didattici conclusivi della mostra: “Arte di sempre, arte sempre, in mezzo a tutti, il ‘dèsain’” (Manlio Brusatin).
erica tiozzo
mostra visitata il 18 giugno 2009
dal 18 giugno al 20 settembre 2009
Arte del quotidiano. Un percorso tra arte e design
a cura di Isa Tutino, Antonia Jannone e Mauro Lovi
Fondazione Raggianti – Complesso monumentale di San Micheletto
Via San Micheletto, 3 – 55100 Lucca
Orario: da martedì a venerdì ore 16-20; sabato e domenica ore 10-13 e 16-20
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0583467205; fax +39 0583490325; info@fondazioneragghianti.it; www.fondazioneragghianti.it
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