…ingredienti essenziali, questi. Indispensabili al processo di materializzazione della sua poetica rappresentativa. Così unica da creare un genere. Originale, efficace, comunicativo. L’invenzione formale di Mario Consiglio supera le convenzioni, e assume una natura tridimensionale inimitabile. Ogni suo lavoro, in quanto tale, è riconoscibilissmo. E non c’è bisogno di affaticarci gli occhi nel tentativo di cercare una firma posta chissà dove: la sua griffe è l’opera d’arte. Così come ce la presenta, così come noi la vediamo. Consiglio, da pittore quale era, pur manifestando la necessità di superare i limiti rappresentativi dell’ars pingendi (molti condividono questa necessità, ma quasi nessuno si propone con valide alternative) è riuscito a mantenere la propria identità evolvendo il suo stile. Rispettando se stesso, l’artista pugliese ha progressivamente migliorato la sua invenzione linguistica. Perfezionandola e adattandola alle proprie esigenze, passo dopo passo. E così ha dato forma e spessore alle sue creazioni, abbandonandosi alla tridimensionalità. Ha cominciato realizzando collage di oggetti vari – raccattati un po’ ovunque – che avvolgeva stretti in stoffe colorate o nel cuoio per poi incastonarle in composizioni dal gusto pop. Poi la manipolazione della gommapiuma, modellata su tavole di legno, incollata e ricoperta di lycra e vinile, ha dato una sterzata alla sua ricerca espressiva. Ed eccolo qua il nuovo Mario Consiglio. Che dopo vivaci sperimentazioni cromatiche e iconografiche – a volte così acide e dirette da sbalordire – si getta liberamente in una rappresentazione astratta e monocromatica. Dove la linea prevale sulla figura, e i riflessi del tessuto lucido e ondulato presentano agli occhi dello spettatore quello sfumato che solo in pittura si potrebbe ottenere. Senza dimenticare i personaggi ricorrenti delle sue opere precedenti – un po’ buffi e un po’ inquietanti – oggi Consiglio libera la sua vena pittorica. Tracciando sulla base di legno linee e disegni che poi, con l’incastro di piccoli pezzetti di gommapiuma, si trasformano in bassorielievi di grande dimensione che strabordano oltre lo spazio di rappresentazione. Come il claustrofobico e ipnotico “Web”: una ragnatela nera, lucida e opaca, di 165 per 235 centimetri (l’opera è stata presentata anche a MiArt 2002). O “Red spray” e “White spray”, più astratti e vitali. E se con i funghi giganti di “Mushrooms” sembra di tornare alle figure psicadeliche della prima fase, con “Skul” – grazie soprattutto all’abbinamento cromatico tra il nero lucido e il rosso opaco – Consiglio raggiunge la massima intensità rappresentativa.
Gianluca Testa
Mario cammina come se fosse in spiaggia – Mario Consiglio
Pietrasanta, Galleria Astuni
piazza Duomo, 37
Fino al 20 luglio 2002
Orario: tutti i giorni 17-20, 21.30-24
Catalogo con testi di Luca Beatrice e Andrea Bellini (in mostra Euro 10)
Ingresso libero
telefono e fax 0584 71760
e-mail galleria.astuni@libero.it[exibart]
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Lavori interessanti, originali.