Categorie: toscana

fino al 20.X.2003 | Wim Delvoye – Viaggio in Italia | Carrara (ms), Palazzo Binelli

di - 9 Ottobre 2003

Dissacratore, ironico, concettualista discusso, provocatore ed irrispettoso. I suoi lavori nascono dall’intervento su immagini di una cultura imponente, come quella del ‘600 fiammingo, con la quale Wim Delvoye (Werwik, Belgio 1965) sente di doversi inevitabilmente confrontare.
Un confronto che è in realtà collisione fra antico e contemporaneo e che si risolve, dal punto di vista concettuale, nel rifiuto della tradizione (oggi improponibile, dice) e, dal punto di vista estetico, in scelte spesso volutamente sgradevoli e provocatorie, ma qualche volta anche piacevoli e di ottima manifattura artigiana.
Caratteristica del lavoro è, dunque, l’incontro-scontro fra oggetti di uso quotidiano e modelli classici (come le figure delle ceramiche di Deft, gli schemi dei tappeti orientali o i motivi dell’arte tradizionale religiosa), che mira a sconvolgere l’abituale rapporto con le cose, quindi a disorientare lo spettatore e frantumare l’equilibrio fra la realtà attuale e l’esaltazione romantica del passato
La commistione fra diversi elementi privi di relazione impoverisce sia gli uni che gli altri del significato e della funzione originaria. Ne sono un esempio: i “maiali tatuati” con le popolari aquile dell’Harley Davidson, oppure i marble floors, pavimenti che simulano antiche tarsie di marmo con l’utilizzo di materiale deperibile (come i salumi); mentre la serie Chapel è dedicata alle finestre gotiche medievali nelle quali gli originari vetri istoriati con scene religiose sono sostituiti da meno spirituali sex rays (radiografie di atti erotici).
Nella piccola retrospettiva Viaggio in Italia si vedono in mostra lavori presentati nel nostro paese fra la fine degli anni ’80 e gli inizi del ’90. A quel tempi Wim Delvoye, ancora agli esordi, probabilmente non possedeva quella carica polemica che si sarebbe in seguito rivelata incontenibile (al punto da proporre Cloaca, monumentale rappresentazione dell’apparato digerente ed escretore in grado di riprodurre le attività digestive e le necessità fisiologiche umane).
Malgrado gli intenti trasgressivi e provocatori dichiarati dall’autore, la mostra si stempera in toni pacati. La serie di tappeti persiani con alcuni uccelli dipinti non sconcerta il pubblico come quel “tappeto di escrementi”, discusso protagonista della XLVIII Biennale di Venezia (1999). La fragile porta da calcio dalla dignità di una cattedrale non evoca la potenza dissacratrice delle finestre gotiche. La betoniera in legno a grandezza naturale stupisce per la maestria dell’esecuzione, ma non scandalizza. I badili dai fregi araldici e le tavole da stiro come scudi medievali; i dischi per seghe circolari e le bombole di gas abbelliti dalla ceramica bianca a disegni azzurri di Deft o la racchetta da tennis con una rappresentazione fiamminga, appaiono persino rassicuranti.
E sembra che, nonostante il suo rifiuto, il passato persista presente nell’immaginario di Wim Delvoye.

carla piro
mostra visitata il 5 ottobre 2003

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Wim Delvoye – Viaggio in Italia Carrara, Palazzo Binelli, Via Verdi (zona centro)Inaugurazione il 19settembre 2003 ore 17, 30. Fino al 26 ottobre 2003Orario di apertura: tutti i giorni h.10.00-12.00; 16.00-19.00. Chiuso il lunedì.Ingresso liberoA cura dell’Assessorato alla Cultura Comune di Carrara informazioni tel. 0585-641394 La mostra fa parte della rassegna Madre Terra (sul rapporto fra arte e territorio) nel corso della quale hanno esposto Bernd Zimmer, Omar Galliani, Sandro Chia e che si concluderà con la personale di Gian Marco Montesano .Catalogo della rassegna: Pacini editore, Pisa Testi di Maurizio Sciaccaluga www.comune.carrara.ms.it

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