Mente e Paesaggio sono i due termini che stanno alla base dell’esposizione che Vittorio Corsini (1956) ha inaugurato a Firenze. Mentepaesaggio (2014) è anche il titolo della prima opera che si trova iniziando il percorso espositivo negli ampi spazi della galleria al piano terreno di Palazzo Ricasoli.
Infatti la mostra si apre con un pannello luminoso rosso dove si possono leggere con lettere sovrapposte Mente (orizzontale) e Paesaggio (verticale) e che si pone quasi come il “manifesto” che l’artista propone al fruitore, una sorta di summa di quanto sarà possibile scoprire nelle altre sale della galleria.
Il Paesaggio è un tema molto a Corsini e a più riprese è stato protagonista delle sue opere. L’artista intende il paesaggio come una forma di conoscenza; è il luogo d’incontro e di congiunzione tra mondo e mente.
Nell’incontro tra mondo e mente si risalda una frattura, si rimargina la ferita dell’esistenza: il paesaggio diventa dunque il luogo in cui “siamo”, il luogo in cui iniziamo a “essere” e ci definiamo.
Com’è sua consuetudine, giocando su un tema, Vittorio Corsini ha realizzato appositamente per questa esposizione una serie di opere, apparentemente molto diverse tra loro per materiali, “stili” e tipologie, ma accomunate dallo stesso un fil rouge: Mente e Paesaggio.
Dal vetro all’acciaio inox, dai colori alla luce a neon, sono questi i materiali utilizzati dall’artista, materiali a lui familiari che reimpiega con valenze differenti.
La trasparenza del vetro con le sue linee morbide è il fulcro attorno al quale si pone Il lato chiaro del diamante: una casa arroccata su una montagna in posizione apparentemente instabile che però non crea alcun senso di precarietà e d’inquietudine. La casa diventa il simbolo della condizione umana che dalla sua posizione volta ad innalzarsi si espone al rischio della conoscenza. La bellezza e la preziosità della casa sono tranquillizzanti poiché essa, in genere, rappresenta il luogo della nostra identità.
Land (1-3), tre opere monocrome dai colori squillanti, sono date dall’accostamento di due pannelli in alluminio distanziati tra loro da una fessura. Se il taglio della tela in Fontana assumeva il valore di frattura, qui la distanza tra i pannelli è colmata da una luce a neon che salda, che cicatrizza, non un taglio dunque ma un punto di sutura.
L’opera certamente più spettacolare è Orto, un pannello in alluminio segmentato su cui prende vita un’intricata coltivazione di zucche dalle classiche forme rotonde e attorniate da foglie contorte e serpeggianti.
La vegetazione è la replica in vetro di quanto si trova in natura, una realtà impossibile e giocosa, dove la trasparenza è intesa non come uno spazio fisico ma mentale; una cristallizzazione del reale che viene attraversata dal pensiero poiché la trasparenza del vetro non pone alcun ostacolo alla materia e infatti qui l’uomo e la natura si incontrano.
La conclusione ideale della mostra è data da Geografia una montagna (o forse un vulcano) dalla cui sommità sgorga un rivolo d’inchiostro nero. Qui l’uomo e la natura sono un tutt’uno, la montagna esiste perché è l’uomo a descriverla e l’uomo esiste poiché grazie alla montagna può “descriversi”. L’inchiostro che riga le pareti della montagna simboleggia una scrittura “incomprensibile” che però rende visibile il paesaggio.
Come sottolinea il titolo della mostra, Reaching the Landscape, raggiungere il paesaggio è dunque l’arrivare a una forma di conoscenza, mettendo in comunicazione il mondo e la mente.
Enrica Ravenni
mostra visitata il 18 ottobre
Dal 18 ottobre al 20 dicembre 2014
Vittorio Corsini
Reaching the Landscape
Galleria Alessandro Bagnai
Piazza Goldoni 2 / Lungarno Corsini 16,
50123 Firenze
Orari: da lunedì a sabato 10:00‐13:00 / 15:00‐19:00
Info: info@galleriabagnai.it – www.galleriabagnai.it