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21
giugno 2010
fino al 21.VI.2010 Torniamo con i piedi per Aria Pistoia, Biblioteca San Giorgio
toscana
Tre episodi d'arte, a costo zero, per recuperare il sapore di una libertà perduta. Creare senza pregiudizi e obblighi, ovvero camminare senza poggiar più per terra...
Dopo l’acquisizione di opere d’arte – tra cui certo
spiccava l’epico ed evocativo Grande Carico di Anselm Kiefer, suggestione materica da una
poesia dell’austriaca Ingeborg Bachmann – la biblioteca pistoiese di San
Giorgio rinnova la relazione con le espressioni contemporanee: questa volta si
tratta di un progetto, meno istituzionale sia nella forma che nel budget, da
ambientarsi nelle vetrine e nello spazio d’entrata del complesso.
Il giovane curatore interessato, Gabriele Tosi, ha scelto
come titolo e traccia Torniamo con i piedi per Aria, consapevole ribaltamento di
un’espressione comune: “Avendo a disposizione un tempo di circa tre mesi, ho
deciso di presentare altrettante personali: così mi sono relazionato con
artisti che stimo e che, pur essendo molto differenti tra loro, convergono in
un punto specifico: la voglia di riportare il proprio operare a una condizione
libera, sperimentale, immaginifica. Insomma, io quanto loro, crediamo che
all’arte non si debbano necessariamente chiedere soluzioni concrete e risposte
attuali, piuttosto la capacità straordinaria di sollevarsi in aria, a dispetto
di tutto”.
Partendo ognuno da un libro celebre – giusto come
evocazione, quindi senza vincoli stringenti con il testo e con la biblioteca
stessa – i tre protagonisti hanno pensato ed esposto, a turno, un’idea
personale.
Cristiano Coppi (San Marcello, Pistoia, 1982; vive a Pistoia), riferendosi
con ironia alle Città Invisibili di Calvino, ha proposto mappe ricavate dal satellite di
Google ma racchiuse nel contorno di forme suine, casette ideali sorrette e
alimentate da sottostanti lampade, passerelle alle vetrate che eliminassero
figurativamente la differenza tra spazio esterno e interno; l’impostazione
dada, riferimento elaborato con intelligenza, dava consistenza e godibilità
all’insieme.
Francesco Migliorini (Firenze, 1982), alla sua prima effettiva
esperienza, ha elaborato l’essenza concettuale di un volume non proprio
leggibile, eppure utile, quale il dizionario (in questo caso il Dizionario
di Ortografia e Pronunzia). La forza della definizione univoca veniva contemporaneamente
aumentata e delusa da una striscia riflettente di diversi metri, applicata sui
vetri. Così, costretto a osservare il suo “qui e ora”, l’osservatore in movimento
scorgeva sé e il paesaggio, inaspettatamente, come un lungo strascico
indefinito.
Saverio Adamo Tonoli (Lucca, 1984; vive a Berlino, Londra e Torino),
prendendo avvio dall’Arte della Guerra di Sun Tzu, arriva per contrapposizione a espressioni leggere,
evocative, assai gelose della propria autonomia. Gino de Dominicis e Carmelo Bene ne sono i riferimenti ideali:
disegni quasi identici che si affrontano come copie imperfette, ma qual è
l’originale? Un grande orcio di vetro che tocca su un altro vetro per non
entrare in contatto diretto con il pavimento, quindi poggia o è sospeso? Una
grande cornice su parete, a delimitare i punti di fuga suggeriti da colpi di
scalpello.
Alla fine, si nota un legame che unisce curatore e
artisti, pur nel rispetto delle autonomie, ovvero la questione del senso:
consci della necessità di ricorrere quotidianamente a definizioni già
esistenti, il gruppo avverte il bisogno di lasciare l’arte al dominio esclusivo
di se stessa. Un’immagine più delle altre ne significa il modo: lo sguardo
dall’alto, metaforico o reale, che nella lettura, nella contemplazione della
terra e nella riflessione filosofica è sinonimo di oggettività – o almeno di
vicinanza a essa – in questa occasione viene ricondotto a uno stato di
inaggirabile relatività.
spiccava l’epico ed evocativo Grande Carico di Anselm Kiefer, suggestione materica da una
poesia dell’austriaca Ingeborg Bachmann – la biblioteca pistoiese di San
Giorgio rinnova la relazione con le espressioni contemporanee: questa volta si
tratta di un progetto, meno istituzionale sia nella forma che nel budget, da
ambientarsi nelle vetrine e nello spazio d’entrata del complesso.
Il giovane curatore interessato, Gabriele Tosi, ha scelto
come titolo e traccia Torniamo con i piedi per Aria, consapevole ribaltamento di
un’espressione comune: “Avendo a disposizione un tempo di circa tre mesi, ho
deciso di presentare altrettante personali: così mi sono relazionato con
artisti che stimo e che, pur essendo molto differenti tra loro, convergono in
un punto specifico: la voglia di riportare il proprio operare a una condizione
libera, sperimentale, immaginifica. Insomma, io quanto loro, crediamo che
all’arte non si debbano necessariamente chiedere soluzioni concrete e risposte
attuali, piuttosto la capacità straordinaria di sollevarsi in aria, a dispetto
di tutto”.
Partendo ognuno da un libro celebre – giusto come
evocazione, quindi senza vincoli stringenti con il testo e con la biblioteca
stessa – i tre protagonisti hanno pensato ed esposto, a turno, un’idea
personale.
Cristiano Coppi (San Marcello, Pistoia, 1982; vive a Pistoia), riferendosi
con ironia alle Città Invisibili di Calvino, ha proposto mappe ricavate dal satellite di
Google ma racchiuse nel contorno di forme suine, casette ideali sorrette e
alimentate da sottostanti lampade, passerelle alle vetrate che eliminassero
figurativamente la differenza tra spazio esterno e interno; l’impostazione
dada, riferimento elaborato con intelligenza, dava consistenza e godibilità
all’insieme.
Francesco Migliorini (Firenze, 1982), alla sua prima effettiva
esperienza, ha elaborato l’essenza concettuale di un volume non proprio
leggibile, eppure utile, quale il dizionario (in questo caso il Dizionario
di Ortografia e Pronunzia). La forza della definizione univoca veniva contemporaneamente
aumentata e delusa da una striscia riflettente di diversi metri, applicata sui
vetri. Così, costretto a osservare il suo “qui e ora”, l’osservatore in movimento
scorgeva sé e il paesaggio, inaspettatamente, come un lungo strascico
indefinito.
Saverio Adamo Tonoli (Lucca, 1984; vive a Berlino, Londra e Torino),
prendendo avvio dall’Arte della Guerra di Sun Tzu, arriva per contrapposizione a espressioni leggere,
evocative, assai gelose della propria autonomia. Gino de Dominicis e Carmelo Bene ne sono i riferimenti ideali:
disegni quasi identici che si affrontano come copie imperfette, ma qual è
l’originale? Un grande orcio di vetro che tocca su un altro vetro per non
entrare in contatto diretto con il pavimento, quindi poggia o è sospeso? Una
grande cornice su parete, a delimitare i punti di fuga suggeriti da colpi di
scalpello.
Alla fine, si nota un legame che unisce curatore e
artisti, pur nel rispetto delle autonomie, ovvero la questione del senso:
consci della necessità di ricorrere quotidianamente a definizioni già
esistenti, il gruppo avverte il bisogno di lasciare l’arte al dominio esclusivo
di se stessa. Un’immagine più delle altre ne significa il modo: lo sguardo
dall’alto, metaforico o reale, che nella lettura, nella contemplazione della
terra e nella riflessione filosofica è sinonimo di oggettività – o almeno di
vicinanza a essa – in questa occasione viene ricondotto a uno stato di
inaggirabile relatività.
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mostra visitata il 5 giugno 2010
dal 10 aprile al 21
giugno 2010
Torniamo con i piedi per Aria
a cura di Gabriele Tosi
Biblioteca San Giorgio
Via Sandro Pertini
– 51100 Pistoia
Orario: da martedì
a sabato ore 9-19; lunedì ore 14-19
Ingresso libero
Catalogo Gli Ori
Info: tel. +39 0573371600;
sangiorgio@comune.pistoia.it;
www.torniamoconipiediperaria.info
[exibart]