La nuova galleria di Arte Contemporanea di Scandicci di Giancarlo Cauteruccio ha reso omaggio a Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti, esponenti storici della “Poesia Visiva”.
La nascita della AMF Gallery accoglie la Poesia visiva come viatico al progetto di promozione per artisti che ispirano la loro opera al rapporto arte-media e usano linguaggi non convenzionali che meglio esprimono l’interazione fra reale e virtuale.
L’apertura dello spazio espositivo, avvenuta il 30 Gennaio, ha visto la partecipazione di Giuseppe Chiari, che ha recitato suoi testi inediti, con un’intensità interpretativa che ha suscitato momenti di commozione.
L’evento ha avuto la sua naturale prosecuzione al Teatro Studio di Scandicci in “poeti dello sguardo” Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti in Performances. I due artisti hanno presentato alcune delle loro “poesie in azione”, dove il linguaggio assume l’importanza in quanto materiale sperimentale da manipolare, trasformare e oltrepassare.
Dalla performance Della probità dell’informazione a Un Amore sbagliato e Ex Libris, Eugenio Miccini irride la parola, la smonta in tutti i sensi, la scrive ma assai al di là della pagina, in una gabbia… o nello spazio. Infaticabile ricercatore,…fedele al visuale, all’arte visiva…che ci dona con tutti i corpi che possiede. Miccini, un plurale dei nostri tempi (Henri Chopin). Nella prima si evidenzia la spassosa mutabilità dell’informazione giornalistica. Nella seconda l’autore legge il riassunto delle puntate precedenti poi, seguendo uno schema predeterminato taglia parti del testo e lo reinterpreta leggendolo di nuovo e ancora fino a rimanere con una strisciolina esigua di carta che getta via. Nell’ultima performance applica, su un libro aperto disegnato, le fotografie degli spettatori, che si evidenziano lentamente, e sotto le quali l’artista scopre la scritta: VOI SIETE IL TESTO DELLA MIA CITAZIONE.
Lamberto Pignotti ci introduce nelle sue performance come lettori da coinvolgere nella favola e nella storia… Ed è così in Un Dialogo Particolare, Tre in Teatro o Lui e Lei in una Stanza, in cui l’enfasi della lettura e la esasperata manifestazione di stati d’animo rendono partecipi gli spettatori di quelle “azioni verbali, visive, sonore, interartistiche, multimediali…”
L’azione poetica si conclude con la distribuzione al pubblico di piccole torte su cui si evidenzia la scritta “Poesia”.
D.C.
Exibart ha rivolto alcune domande a Giancarlo Cauteruccio, ideatore e fondatore di AMFGallery
Come mai una galleria di Arte Contemporanea inaugura con la performance di artisti in parte già storicizzati come Miccini, Pignotti e Chiari?
L’AMFGallery si propone come uno spazio dedicato agli artisti dell’era digitale, quindi non in generale all’arte contemporanea. Miccini e Pignotti sono i precursori della contaminazione tra i linguaggi visivi, tra arte e comunicazione; in questa prospettiva la loro presenza in galleria è una sorta di dichiarazione della ricerca che vogliamo perseguire.
AMFGallery è quindi uno spazio di ricerca?
Sì. Ha l’aspirazione a diventare un punto di riferimento per tutti gli artisti che si cimentano con i media. Alcuni di questi sono già affermati ufficialmente sulla scena nazionale e internazionale: Marco Nereo Rotelli, Giovanni Albanese, Alfredo Pirri, Cesare Fullone…
Il progetto intorno a AMFGallery è totalmente estraneo alle logiche di mercato: è un centro di sperimentazione delle nuove estetiche dell’arte. L’arte, in questo senso, non produce oggetti commercializzabili. Molti dei miei lavori sfruttano la luce come materia prima. Come si fa a vendere la luce a un collezionista?…
E i giovani artisti?…
Ho sempre lavorato con i giovani, e mi è piaciuto farlo in una realtà come Scandicci che è apparentemente periferica rispetto ai grandi centri dell’arte. Come ho sempre fatto con la mia attività in teatro, anche adesso intendo offrire delle possibilità in più rispetto alla formazione che fornisce la scuola. Lavorare con i giovani e far lavorare i giovani lo sento come un preciso dovere culturale.
P.G.
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Lavorare con i giovani e farli lavorare non solo è un dovere cultura ma è una gioia.
Articolo veramente interessante e presentato con competenza.