Torna Fabbrica Europa con un calendario di avvenimenti che attiva una scena aperta in tutta la città. Nel mese di maggio Firenze si risveglia e diventa protagonista nel panorama delle arti sceniche, della musica, delle riflessioni sullo spazio e sulla comunicazione, del confronto tra i maestri del passato e le tracce verso il futuro (contestualmente è di scena il 67° Maggio Musicale Fiorentino).
Il festival ha aperto i battenti sabato con Extrafesta, una proposta che raccoglie realtà musicali –ma anche culturali e antropologiche- esotiche e popolari, dalle sonorità balcaniche di Ivo Papasov ai musicisti di Banda Improvvisa.
Fabbrica Europa: A tempo (questo il titolo della XI edizione), indubbiamente il nostro, quello dell’immenso crocevia culturale, della sovrapposizione di piani percettivi, di Internet, delle sperimentazioni e, ancora, del radicamento nella tradizione. Seguendo i canali di questa varietà caleidoscopica della contemporaneità, il festival presenta un cartellone aperto alle ricerche più aggiornate, alle contaminazioni (va da sé), ad artisti provenienti da tutto il mondo. Grandi nomi per il teatro e per la danza (da Peter Brook a Jan Fabre, da Virgilio Sieni a Roberto Castello) ma anche ampio spazio dedicato ad artisti emergenti, sia nella programmazione sia all’interno di International Fabbrica for Coreographers, il laboratorio/stage/collettore di giovani coreografi e danzatori provenienti da tutto il mondo.
La ricerca interessa anche il mondo dell’architettura e degli spazi praticabili nella quotidianità: durante il festival la Leopolda è abitata dall’installazione multimediale Media House Project (dal 6 all’8 maggio è in programma una performance) che il gruppo Metapolis ha realizzato partendo dalla riflessione sulla contiguità operativa tra la costruzione degli spazi e l’elaborazione delle tecnologie multimediali. Di dimensioni digitali e nuovi scenari architettonici si parlerà anche il 5 maggio al SESV, in un convegno internazionale che Image propone in collaborazione con Fabbrica Europa.
Quest’anno, dalla ormai storica sede della Ex Stazione Leopolda, i confini del festival si aprono verso altri luoghi dello spettacolo: il Tenax, Il Teatro Florida, l’Institut Français, la Sala Vanni, i Cantieri Goldonetta (che ospitano il Workcenter di Jerzy Grotowski) e la Limonaia dell’Imperialino con il Giardino Sonoro.
p.g.
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