Insomma, senza capacitĂ di disegno non si dava pittore; e maggiore era la perizia tecnica espressa in punta di pennello o matita, maggiore era il pregio dellâartista.
Oggi, si sa, anche in virtĂč dellâaffermarsi di altre arti, la pittura ed I pittori non dipendo piĂč esclusivamente dallâabilitĂ del disegno. O, comunque, la loro grandezza non viene valutata sulla base della correttezza formale dei tratteggiamenti sul foglio. Esiste una maggiore libertĂ .
Ma ciononostante non si puĂČ restare impassibili di fronte a tali piccoli capolavori, come questa collezione di disegni cremonesi esposta fino al 23 gennaio nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (ingresso da Via della Ninna).
Se oggi possiamo godere della vista di questi piccoli capolavori, lo dobbiamo essenzialmente alla lungimiranza, alla sensibilitĂ , ed allâacume del Cardinale Leopoldo deâ Medici che, nella seconda metĂ del Seicento non si era fatta sfuggire la possibilitĂ di acquistare, tramite uno dei suoi agenti, ovvero il pittore Giovan Battista Natali, un numero cospicuo di disegni lombardi. La decisione del cardinale, presa su suggerimento del suo esperto di fiducia, Filippo Baldinucci, si rivela quanto mai saggia, portando a Firenze opere di Camillo Boccaccino, Antonio Campi, Bernardino Gatti, Giovan Battista Trotti, detto il Malosso.
La mostra degli Uffizi Ăš a cura di Marco Tanzi, esimio studioso del contesto in cui questa produzione di eccezionale qualitĂ venne a maturare.
Le opere esposte testimoniano la straordinaria fioritura dellâarte lombarda, e cremonese in particolare, degli anni a cavallo tra la metĂ del XVI ed il XVII secolo: studi preparatori, schizzi, bozzetti,. Disegni dagli effetti chiaroscurali che donano alle singole opere (anche quelle pensate come semplice preparazione) unâautosufficienza stilistica che li rende in sĂ© stessi degni.
Di Giulio Campi (Cremona 1507/1573) si fa apprezzare lâestremo realismo del tratto ed il dinamismo delle pose.
Di Camilllo Boccaccino lâindomito espressionismo dei volti, dei gesti, del moto che, perpetuo, sembra promanare da tutti I suoi disegni (vedi foto in basso).
Di Bernardino Campi il plastico chiaroscuro, che dona soliditĂ e contorni a figure tracciate con estrema sapienza.
E poi gli acquerelli di Giovan Battista Trotti, detto il Malosso, le «piastrellature» prospettiche dei suoi allievi. E tanti altre piccole gemme da vedere.
Domenico Guarino
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