23 gennaio 2008

fino al 23.III.2008 Note Urbane Prato, Museo Pecci

 
Sinfonie urbane, linguaggi metropolitani, landscape. Dialettica e scambio di contenuti. Ecco come viene interpretata la città attraverso le opere appartenenti alla collezione del Pecci. E a fare da contrappunto, il giardino di Spoerri e la personale di Umberto Buscioni...

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L’arte come insieme di linguaggi si fa da tramite per raccontare le ossessive manie e i quotidiani rituali di un altro smisurato contenitore di messaggi, che si cela sotto il sostantivo “città”. Un percorso caotico e alle volte confuso, come confuso è l’andamento delle nostre realtà metropolitane, si snoda all’interno dello spazio della collezione permanente del Pecci. Il piccolo gabinetto degli artisti del giardino di Daniel Spoerri è la prima installazione che crea un ponte fra la reale dimensione cittadina da cui si proviene, l’esterno del museo, e la sua rielaborazione operata dagli artisti esposti al piano inferiore. Il complesso di opere portate da Seggiano, località ove si trova realmente il parco, è una vera e propria koinè culturale, all’interno della quale prendono vita sculture, disegni e video di artisti internazionali quali Nam June Paik, Soto, Susanne Neumann e lo stesso Spoerri. Le creazioni del giardino, essenziale elemento decorativo e di relax delle nostre aree metropolitane, si scontrano -attraverso una dialettica distaccata- con il frenetico allestimento della mostra.
Si può trovare di tutto all’interno di tale assembramento: dalla città intesa quale campo semantico per riflessioni fra arte e architettura, presupposto del lavoro al neon intitolato Il sigillo di Salomone di Maurizio Nannucci, a luoghi contaminati da pericolose sostanze, come si palesa nell’installazione Atom Suit Project: Antenna of the Earth del giapponese Kenji Yanobe, una sorta di guerriero a grandezza naturale che, grazie a un contatore geiger e a un esercito di piccoli soldati, riesce a rilevare la presenza di onde radioattive nell’aria circostante.
Roberto Malquori - Liberté Egalité Fraternité - 1967
Vari i media che affollano la collezione: si va dal cinema, con le indagini sull’urbe anni ‘60 dal montaggio serrato di Silvio Loffredo, che ricordano gli esperimenti dei maestri degli anni ‘20 come il tedesco Ruttman o il sovietico cine-occhio di Vertov; alla fotografia di autori quali Araki, con il collage di ritratti e atmosfere del proprio viaggio in Italia realizzato nel 2000, o gli scatti di caotici e dinamici agglomerati urbani indiani di Raghubir Singh.
Inoltre, fra i collage di Michele Perfetti, le vedute fotografiche urbane di Andreoni e Fortugno e molto altro, al centro del percorso si trova anche il tempo per una piccola personale dell’artista toscano Umberto Buscioni, con opere provenienti dalla collezione Palli di Prato.
Umberto Buscioni - Con la moto - 1967
In conclusione, una bagarre di media, immagini, suoni e colori. Sicuramente dettata anche dal presupposto che oggi, all’interno delle nostre città, accade di tutto. Un po’ come sta accadendo, anche se in termini meno scontati, nell’arte contemporanea.

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mostra visitata il 19 ottobre 2007


dall’otto settembre 2007 al 23 marzo 2008
Note urbane. Souvenir dalla Collezione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
a cura di Marco Bazzini
C.Arte – Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica, 277 – 59100 Prato
Orario: da mercoledì a lunedì ore 10-13 e 14-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 05745317; fax +39 0574531901; info@centroartepecci.prato.it; www.centroartepecci.prato.it

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