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“Una certa probabilità”, personale di Daniela De Lorenzo al Museo Novecento di Firenze a cura di Valentina Gensini, presenta già nel titolo ossimorico alcuni dei tratti specifici della ricerca dell’artista fiorentina. Il lavoro di De Lorenzo è infatti da sempre teso a sondare i limiti e le forme dei meccanismi percettivi, per mezzo di una stringente indagine incentrata sull’identità, sulla visione, sulla memoria, che conduce ad immagini interrogative e destrutturate.
La mostra presenta sette lavori inediti a cui l’artista ha lavorato nel corso degli ultimi due anni: pur dissimili per media adottato – dallo scanner al video, dalla scultura al ricamo – essi attestano una comune attenzione per il corpo umano, spesso proprio quello di De Lorenzo, che diviene mezzo e misura dell’esistente.
Le due sculture che accolgono lo spettatore all’ingresso, Equivalenti, ci richiedono un primo esercizio di attenzione: prendendo avvio da due diversi scatti fotografici del volto dell’artista, De Lorenzo ricostruisce il particolare punto di vista dell’obiettivo attraverso l’accumulazione progressiva di strati di carta. Le sagome sovrapposte restituiscono la figura umana nella suo correttezza “fotografica”, tuttavia in una visione frontale esse appaiono dissonanti astrazioni del volto.
Se in Equivalenti l’esercizio percettivo prende avvio con quella che all’occhio risulta un’aporia, per poi giungere ad una corretta costruzione mentale dell’immagine, in Una certa possibilità la consapevolezza dell’illusorietà della visione diviene palese solo dopo un’osservazione prolungata. L’opera, composta da quattro sculture in ceramica degli arti inferiori e superiori dell’artista, cela la sua dissonanza in un’apparente naturalezza, che solo in un secondo momento si svela, quando lo spettatore prende coscienza che quelli rappresentati sono coppie di arti uguali.
Il corpo, sia esso destrutturato e manipolato o solo evocato, è sempre oggetto e contemporaneamente soggetto della ricerca di De Lorenzo, anche in lavori apparentemente lontani dalla figurazione. L’artista ne coglie i movimenti interni ed esterni, quelli agiti e quelli subiti, connettendo come nel caso di Paripasso e Figurare, la tecnica manuale del ricamo a osservazioni scientifiche. Le due tele ricamate poste una a fianco dell’altra presentano una la rappresentazione delle tracce oculari colte nell’osservazione di un volto e l’altra le linee dei nervi facciali impegnati nei movimenti espressivi, in un cortocircuito che combina interno ed esterno, osservato e osservatore, traccia e agente, sempre indagate attraverso il filtro non più oggettivo della visione.
Elena Magini
mostra visitata il 20 settembre
Dal 16 giugno al 23 ottobre 2016
Daniela De Lorenzo, Una certa probabilità
Museo Novecento, piazza Santa Maria Novella
Orari: da lunedì a sabato 9.30-13.00 e 14.00 -17.00, domenica e festivi 9.30-12.30
Info: info@muse.comune.fi.it, www.museonovecento.it