Dopo Sound and vision, inaugurata a Perugia il 28 aprile scorso, anche Siena offre il suo contributo con Good Vibration: un’ampia carrellata sulle connessioni tra arti visive e musica rock. I due eventi si somigliano innegabilmente, sia per il periodo preso in considerazione -quello compreso fra il 1967 e i primi anni Novanta- che per i nomi celebri del mondo dell’arte presenti in mostra (Mapplethorpe, Warhol, Haring e Corbijn) oltre che per le collaborazioni eccellenti fra artisti e musicisti che vengono testimoniate. La mostra senese tuttavia non è una raccolta di memorabilia, né una carrellata di copertine d’artista. Inseriti in uno scenografico allestimento, giocato sull’alternanza di bianco, nero e metallo che evocano l’atmosfera fumosa e glam dei locali di musica live e delle sale di registrazione, in mostra si alternano foto, videoclip storici, installazioni e ritratti.
Artisti e musicisti, a partire dagli anni Sessanta, hanno cominciato ad interagire, imitandosi, scambiandosi di ruolo, ispirandosi reciprocamente. Da allora il flusso nelle due direzioni non si è più interrotto ed è proseguito fino ai giorni nostri allargandosi anche all’universo della musica pop, che più di ogni altra si è dimostrata ricettiva di fronte ai cambiamenti della società.
vfile = “VTS_06_1.flv”;
Gli artisti hanno tratto ispirazione dalla musica o ne hanno “ritratto” le personalità più eminenti; dal canto loro i musicisti si sono addentrati nell’universo dell’arte carpendone stimoli e suggestioni: certi “animali da palcoscenico” risentono infatti delle suggestioni della body art e della performance, i videoclip ammiccano alla videoarte, i miti della musica si costruiscono anche grazie all’obiettivo magico di alcuni fotografi, le copertine degli lp diventano oggetto da collezione grazie all’opera di grandi pittori. D’altronde i musicisti esercitano un fascino così ampio sugli artisti da divenirne vere e proprie muse ispiratrici, innescando collaborazioni inaspettate, che generano immagini di grande impatto consegnate alla collettività.
Nella mostra senese è la fotografia la grande protagonista: a partire dagli intensi
Tre i videoclip che catturano l’attenzione: I’m not perfect di Grace Jones, realizzato dalla cantante in collaborazione con Keith Haring, Misfit dei Curiosity Killed the Cat, con una breve apparizione di Warhol e Enjoy the Silence (1990) dei Depeche Mode, con la regia inconfondibile di Corbijn.
I musicisti diventano oggetto di rappresentazione, come nel caso di David Bowie (2002) e del rapper Eminem (2002) raffigurati nei ritratti di Elizabeth Peyton o del re del rock Elvis Presley protagonista del decollage di Mimmo Rotella (1982-1998). A volte invece sono loro stessi a cimentarsi in realizzazioni artistiche, come Phil Collins con il video The louder you scream, the faster we go (2005).
Suoni ed atmosfere musicali emergono dalle installazioni orientaleggianti di Cao Fei (2006) e dalla serie di tre video (1999) firmati Aida Ruilova. Ma l’intervento di maggior impatto, se non altro per la componente di coinvolgimento del pubblico che prevede, è la divertente ed ego-esaltante installazione di Janet Cardiff e Gorge Bures Miller, Feedback (1994): basta premere un pedale per suonare l’inno americano, proprio come Jimi Hendrix a Woodstock nel 1969.
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mostra inutile, concepita con il paraocchi...dovessero chiudere ili palazzo delle papesse non avrebbero tutti i torti
Ma sai solo criticare????????
Mi fai qualche nome di artista che stimi??? tanto per capire chi sei!!!!!
Sinceramente a me sembra una mostra molto bella!
L'ho visitata... magari noi italiani fossimo capaci di costruire così i nostri artisti... parlo da collezionista!
no, non so solo criticare, invito anche a confrontare questa mostra con quella curata da Luca Beatrice a Perugia "Sound and Vision" e con "Melting Pop" realizzata in questa stessa sede da Gianluca Marziani...come dire, idee poche e molto confuse in quel di Siena
A sentir parlare di GOOD VIBRATION mi vengono in mente i vibromassaggiatori..sarò un porco?