La bella mostra del genovese Museo di Villa Croce, Il viaggio dell’uomo immobile sbarca a Lucca, in un allestimento sontuoso e riuscitissimo negli spazi della Fondazione Ragghianti.
La presenza in Toscana -e, nello specifico, in una realtà che potremmo definire eccentrica come Lucca- di una mostra come Arte del Video, registra una significativa volontà di accostamento consapevole ai risvolti dell’arte contemporanea (in particolare quelli legati all’uso dei nuovi media); l’iniziativa della Fondazione attesta una divulgazione degli itinerari storici e creativi, legati all’interfaccia tra arti visive e tecnologie, che interessa una base sempre più ampia di pubblico.
Nel percorso espositivo sono visibili tutte le 18 installazioni già presentate a Genova: dal Tv clock di Nam June Paik allo Stable Mouvant di Jean Pierre Giovannelli, passando per Plessi, Laurie Anderson, Monika Bravo e Studio Azzurro, tutti in mostra con lavori che illustrano le tappe della loro ricerca negli anni più recenti.
Rispetto alla sua prima edizione, l’esposizione è arricchita da una miscellanea dei video presenti al Videoart Festival di Locarno, dalla sua inauguazione al 2000 (si tratta del primo festival interamente dedicato alla video arte). La manifestazione, proposta con cadenza annuale dal 1980, è stata nell’ultimo ventennio l’arena in cui si sono cimentate quattro generazioni o piuttosto ondate (vagues) di artisti (così Vittorio Fagone nel testo in catalogo). Un’ora e mezzo di proiezione antologica (in programma due volte al giorno nella saletta per le videoproiezioni) percorre gli sviluppi della video arte
attraverso le opere che ogni anno sono pervenute da artisti di tutto il mondo. L’antologia comprende, tra gli altri, video di Marina Abramovic (1983), Bill Viola (1987), Jean Luc Godard (1988) fino a quelli tratti dalle edizioni più vicine.
Un doppio percorso, dunque, si snoda alla Fondazione Ragghianti; quello espositivo, che presenta i prodotti di eccellenza di autori affermati sulla scena internazionale, è una sorta di fotografia dell stato attuale dei linguaggi tecnologici (visto dal polo di osservazione privilegiato dei “grandi”); la retrospettiva, invece, è un osservatorio che segnala le teorie, le sperimentazioni e le conquiste sempre aggiornate, nel mutare delle stagioni artistiche, sul dibattito e sugli interrogativi che il mondo della multimedialità propone.
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