Il piacere adulto di regressione verso l’infanzia e il ritorno alla natura si coniugano nell’opera View-master di Giovanni Frangi. L’artista ha lavorato unificando le tre sale espositive in un unico ambiente, contenitore simbolico di visioni spettacolari: il disgelo e il fondo del mare. Lo sguardo non può spaziare libero sugli orizzonti, deve cercare, frugare attraverso fori che obbligano alla monocularità, ad un’osservazione attenta e ragionata. Lo spazio è chiuso in un enorme contenitore nero che trattiene l’aspettativa e rende consapevole la scoperta. La fedeltà alla visione stereoscopica viene risolta nella rappresentazione di realtà diametralmente opposte, con linee dell’orizzonte inverse dove “gli approdi si fanno partenze, il bagliore in lontananza laggiù diventa qui la luce allo zenit…” (G. Agosti). Natura vera e natura immaginata si fondono quasi per magia alchemica. È impuro il disgelo come tutte le fasi naturali di trasformazione, la neve non è candore, non ci sono colori vitali.
Frangi contamina la gommapiuma con striature di colore e bruciature, “impliciti omaggi alle Nature di Fontana”. Pietre e arbusti veri contrastano con immaginari quanto estranianti cieli d’argento e mari metallici. L’opera rende alla visione il nascosto che il ghiaccio e l’inverno hanno occultato per mesi. L’artista ricrea luoghi insoliti, spesso nascosti e plasma l’illusione dell’immagine stereoscopica. In contrasto con la fredda atmosfera di luce da cielo settentrionale del primo view–master, nel fondo del mare la luce è forte, da clima tropicale, e il colore esaltato. La visione è filtrata attraverso un velo di plastica trasparente posto dava
Dai view- master discendono grandi tele, esposte nella nuova sala della galleria in via Benedetta. Otto dipinti di identico formato ispirate al disgelo e al fondo del mare accompagnate dal video After Nobu di Alessandro Uccelli che mostra Frangi al lavoro.
daniela cresti
mostra visitata il 6 maggio 2006
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Finalmente qualcosa di diverso.......
Bella mostra... peccato i quadri! Potevi non metterli!
E peccato il gallerista... un po' cafoncello!
Però rimani un artista che riesce a sorprendere... tra i pochi oggigiorno.