Sam Shaw (New York 1912 – Tappan, New York 1999) e il figlio
Larry (New York, 1937), fotografi d’ineguagliabile talento, ci hanno regalato le più famose immagini dei divi del cinema di tutti i tempi. La mostra allestita al Mnaf presenta una selezione delle foto scattate durante le riprese di grandi capolavori cinematografici. Protagonisti da Marlon Brando in
Pelle di Serpente (1958) a Marilyn Monroe in
Quando la moglie va in vacanza (1954). Ma anche scatti inediti, backstage, momenti di relax di star del calibro di Sofia Loren e Paul Newman.
Lo stile inconfondibile degli Shaw ha fatto di questi personaggi delle vere e proprie icone, dei miti. “
Tutto può essere mito? Sì, il mito non si definisce dall’oggetto del suo messaggio, ma dal modo con cui si proferisce”, scriveva Roland Barthes, ed è esattamente quello che si respira davanti a queste straordinarie immagini. Si troveranno scatti definibili come accademici accanto a scatti inusuali.
Un favoloso primo piano di Telly Savalas sul set di
Quella sporca dozzina (1966) è per esempio accostato a una serie di fotografie in sequenza di Anthony Queen e Alan Bates che provano la danza per
Zorba, il Greco (1964).
Gli scatti di questi due grandi autori forniscono una lettura attenta e straordinaria del mondo dello spettacolo attraverso le immagini non solo degli attori, ma anche di modelle, registi, musicisti. Con il loro lavoro, Sam e Larry Shaw hanno letteramente dato vita a quello che sarebbe diventato lo stars system e la sua mitologia. Mostrando il lato più umano delle star, attraverso foto “rubate” in casa, sul set, per strada, hanno creato delle icone, proprio favorendo l’ingresso del grande pubblico nella loro vita privata, soddisfacendo l’innata curiosità e voyeurismo umani. Un’immagine su tutte brilla per genialità in questo senso. È uno scatto in bianco e nero di Anna Magnani. La grande attrice, a un tavolo di una trattoria romana, legge l’edizione straordinaria di un quotidiano, dedicata all’attentato contro J.F. Kennedy. La drammaticità del momento storico e sociale è resa attraverso uno scatto eminentemente “quotidiano”.