I Granai, dopo un prezioso intervento di recupero, sono la nuova struttura destinata agli eventi temporanei del polo museale di Villa Mimbelli a Livorno, sede del Museo Civico Giovanni Fattori. Ad inaugurare questo nuovo spazio è la mostra I tesori del mare. Trasparenze, Miti e Suggestioni , con un geniale e fantasioso allestimento di David Palterer. Il mare inteso come inconscio collettivo è il filo conduttore di una rassegna in cui è possibile vedere, di volta in volta, suggestioni totalmente diverse accostate tra di loro nell’intenzione di ricercare sempre un percorso trasversale, anche quando, in fondo, esso sembra quasi scritto sulla sabbia e cancellato alla prima ondata. I quadri tematici proposti sono molteplici. Nella prima sezione abbiamo il mito e i tesori del mare. Qui una selezione di opere, spaziando dal Trittico del Mare di De Carolis a I Tesori del mare di Nomellini, dialoga con alcuni reperti archeologici. Si tratta di un’introduzione ideale per sollecitare l’immaginario collettivo, che nella sala degli Argonauti, Diòscuri, Odissei: gli eterni ritornanti troverà in de Chirico e Savinio i protagonisti chiave di una particolare visione: il viaggio da una parte e la mostruosità dall’altra.
Guardando alla raffigurazione del mare tra ’800 e Simbolismo, il percorso sviluppa, in seguito, il tema del rapporto tra la figura femminile ed il mare, che si può ammirare dalle Sirene di Sartorio alla Nascita di Venere di Cominetti, alla Venere di Gino Romiti.
Interessante anche l’attenzione dedicata alla grafica e al libro. Metafore, miti, simboli legati al mare nell’incisione mittleeuropea e italiana tra ‘800 e ‘900 si ritrovano in Klinger, Martini, De Carolis, mentre alcune illustrazioni per romanzi sono raccolte in una vetrina al centro della sala dedicata al lavoro ed il mare.
Altrove il Palombaro di Sbisà, simbolo di una nuova attività offerta proprio dal mare, si contrappone alle figure degli emigranti di Raffaello Gambogi, con le loro storie di separazioni e fatica, e alle fabbriche, ai cantieri, alla costruzione delle navi, che trovano nelle composizioni di massa di Tato immagini sicuramente più forti per esprimere con concisione l’attività e la durezza.
Ma il mare è anche l’ambiente della socializzazione, dello svago ed ecco allora L’ultimo bagnante di Carrà o un insolito De Chirico di Una ninfa greca o ancora La conversazione alla finestra di Casorati.
La natura morta ed il mare, invece, sono al centro, tra le altre, di splendide opere di De Pisis, Prampolini e Afro.
La mostra si conclude con un settore di arte applicata. Una tavola è il palcoscenico di una serie di oggetti dell’arte decorativa moderna, che richiamano sensazioni diverse, rappresentando il mare in maniera coinvolgente, dalle splendide sirene in pasta vetro di Napoleone Martinuzzi, ai pesci di Venini, di Barovier e alle ceramiche di Galileo Ghini.
silvia fierabracci
mostra vista il 27 aprile 2004
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