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fino al 26.I.2003 Adolfo Natalini Architettore Lucca, Fondazione Ragghianti
toscana
Disegnatore, pittore, architetto, costruttore. Per dirla in una parola sola, “Architettore”. Così si definisce, facendo proprio un termine antico. Un itinerario filologico dai forti accenti nostalgici…
Parla la storia, parlano le immagini e i disegni, parlano i testi (riproposti con efficace essenzialità direttamente sulle pareti, come graffiti). Le tracce del passato sono disseminate un po’ ovunque. Gli esordi come pittore, la Scuola di Pistoia, il Superstudio, le creazioni più recenti. La memoria di Adolfo Natalini è qua ricomposta a mosaico, attraverso la proposizione (o ri-proposizione) di piccoli tasselli. Quelli più antichi, appartenuti a un passato glorioso ed esplosivo, sembrano oggi disconosciuti. L’architettore Natalini parla malvolentieri del Superstudio, di quegli anni Sessanta in cui – scrive nel catalogo – “pensavo di cambiare il mondo (o almeno di cambiare l’architettura)”. Forse senza accorgersene qualcosa è riuscito davvero a cambiare. L’architettura radicale – come il radical design – ha giocato sul paradosso e le provocazioni. C’erano dentro le cose comuni, c’era l’arte, c’erano i sogni e c’era la politica. C’era la volontà. Ne è testimone la geometria degli istogrammi d’architettura allestiti nella prima sala, che ricorda con nostalgia quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Uno spazio, questo, che si apre però con le opere più note del Natalini pittore: il Passaggio pedonale e Manifestazione del 1965, e Scatto – Due grandi corridori, tre grandi corridori (di un anno precedente, già selezionato ed esposto a Palazzo Strozzi in “Continuità – Arte in Toscana 1945-1967”). Non manca neppure il contributo dei vecchi compagni della Scuola di Pistoia. Se Umberto Busconi ha prestato Tendine (smalto su tela), Roberto Barni è presente con due sculture: Incontro con la musica (bronzo del 1994) all’interno e, all’ingresso della mostra, Atto muto (1990). Agli “acquerelli estivi” è dedicata la seconda sala. Opere che hanno origine o da una privata necessità o da obiettivi costruttivi (sono esposte vedute dei Gigli di Prato, o dell’Università e di porta Tufi a Siena). Acquosi toni rossi e blu si sovrappongono a sfondi bianchi. E resta il filo conduttore dell’architettura, dominata dall’uomo o dominatrice (come in Rovinato dall’architettura). La terza sala – con piante, volumi e un grande dipinto (di Fabrizio Arrigoni e Damiano Dinelli) – è tutta dedicata alla progettazione della Banca di Alzate Brianza a Como. Chiude la mostra una galleria fotografica delle costruzioni più recenti, in Italia (Siena, Ferrara) e all’estero (Olanda, Germania, San Marino). Cui si affianca la collezione dei quaderni neri. Che per intensità, bellezza ed essenzialità rappresenta il momento migliore di tutto l’itinerario nataliniano.
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Adolfo Natalini Architettore
Lucca, Fondazione Ragghianti
Complesso monumentale di San Micheletto
via San Micheletto, 3
Fino al 26 gennaio 2003
Orario: mar_dom 10.30-12.30, 15.30-18.30 (lunedì chiuso)
Catalogo in mostra a euro 10 (a cura di Vittorio Fagone)
Ingresso libero
telefono 0583 467205
fax 0583 490325
e-mail info@fondazioneragghianti.it
[exibart]
dopo il futurismo… solo i radical hanno saputo “movimentare” il torpore italiano… peccato che sia finita con natalini e toraldo di francia rifugiati nel “neo rinascimento”…
Come mai blackhumor te la canti e te la dici da solo? Io delle due citazioni non ho capito proprio un picchio, ti diró mi confondono rispetto a quello che io leggo nell’articolo. I Radicals chi sono, forse quelli politici e inoltre quelli del neo rinascimento? Per favore se contrapponete citazioni e teorie vostre, spiegatevi meglio o si rischia davvero di creare confusione a chi tenta di leggere e capire qualcosa. Non siete per niente d’aiuto a nessuno.
Lucy, peccato che scrivi nascosta dall’anonimato. Sarrebbe stata una buona occasione per inviarti via e-mail qualche titolo su delle pubblicazioni al proposito. Se la cosa t’interessa veramente…
saluti.
noto sempre più spesso, tra i commenti, che gente anonima accusa il prossimo di anonimato. insomma il bue che dice cornuto all’asino. la facciamo finita?
Per vostra informazione non sapevo fosse obbligatorio inserire un indirizzo email!
Anche perché leggendo altri commenti ho notato che in quanto ad anonimato, egr. Tonelli, ce n’é sin troppo qui ad Exibart…
ma non ce l’avevo con te, ma con chi criticava il tuo anonimato. a mio avviso legittimo.
… leggere un articolo su natalini, non sapere ci sono i Radicals, non conoscere il Neo Rinascimento, e avere anche la spudoratezza di fare delle critiche… questo sì che è coraggio.
complimenti a gianluca per il suo articolo, quanto al resto condivido le osservazioni di black humor.
ecco i titoli:
Gianni Patetta, “Cristiano Toraldo di Francia, progetti ed architetture 1980-1988” Electa, Milano 1988;
Gianni Patetta, “Superstudio 1966-1982 storie, figure, architettura”, Electa, Firenze 1982;
Vittorio Savi, “Natalini architetti, nuove architetture raccontate”, Electa, Milano;
buona lettura
saluti
qualcosa si muove…
http://architettura.supereva.it/architetture/20030126/index.htm
CRISTIANO TORALDO DI FRANCIA (CAPOGRUPPO). Piazza Mercatale a Prato
Progetto (menzione della giuria) elaborato in occasione del concorso internazionale di idee per la riqualificazione di Piazza Mercatale a Prato. Il concorso, svoltosi nel 2002, prevedeva una proposta progettuale che permesse la ricomposizione della Piazza Mercatale e la riportasse dall’attuale parcheggio di superficie ad un uso multifunzionale.
gruppo di progettazione:
Cristiano Toraldo di Francia (capogruppo)
Massimiliano Tamburrini
Paolo Del Dotto
collaboratori:
Lorena Luccioni
saluti