08 novembre 2002

fino al 26.XI. 2002 Hic sunt leones… Firenze, Museo La Specola

 
Statue di leoni Ittiti, particolari di bassorilievi e sfingi convivono con Rinoceronte di Giava, Elefante Africano e Antilope Equina nella bella mostra fotografica dove mito e realtà si esaltano reciprocamente....

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Un turbinare di eventi fotografici ci avvolge e spesso ci sconvolge, visto il succedersi concitato fino a dicembre di mostre che si inaugurano soltanto a un’ora l’una dall’altra, magari in sedi prestigiose e bellissime, ma distanti fra loro.
Siamo in pieno spirito di biennale e come tutte le biennali che si rispettino gli avvenimenti devono essere incessanti e caleidoscopici, meno male che in Identità Culturali sono anche di alto livello. Certo è che al visitatore una scelta s’impone, ma si può essere sicuri che comunque il luogo e le opere sono degne di interesse. E’ così per l’installazione fotografica di Margherita Verdi alla Specola di Firenze.
Il salone degli scheletri nel Museo di Storia Naturale è ambiente suggestivo ma assai difficile per esporre arte contemporanea. L’artista, non solo è riuscita a bypassare l’intrinseca difficoltà del luogo, ma lo ha usato in maniera indubbiamente intelligente e ne ha fatto Margherita Verdi - Hic sunt leonesdiventare punto di contatto, vera e propria sinapsi fra reale e mitologico, fra scientifico e immaginifico. Del resto la Verdi ci ha ormai abituato alla sua capacità evocativa, alla forza delle sue immagini, alle sfumature di lettura che sempre ci offre. Scelta felice quella dell’artista di contrapporre simbolicamente immagini di animali mito, scattate nel tempio Ittita di Ain Darah, ai confini fra Siria e Turchia, ai grandi e piccoli scheletri di animali reali che illustrano la filogenesi zoologica. Fotografie riprodotte su tela a costituire un vero e proprio ambiente di nicchia i cui protagonisti sono statue dei mitici leoni, sfingi e bassorilievi dell’iconografia Ittita. Di grande effetto scenografico l’allestimento: pannelli di tela bianca come quinte teatrali individuano ed esaltano piani prospettici particolari. Il punto di vista del visitatore viene sapientemente veicolato in un percorso suggestivo. Superato il pannello con il titolo della mostra, ci troviamo in un punto di fuga ottica che ci fa piombare addosso una teoria di quadrupedi in corsa, ininfluente che siano scheletri; sembrano usciti dall’Arca alla fine del diluvio universale. In alto, come guardiani del branco due leoni del tempio di Ain Darah. Alteri e allo stesso tempo grotteschi ci confermano che l’artista riesce a cogliere l’anima degli animali , reali o mitici che siano. Le foto non hanno subìto alcuna elaborazione computerizzata, i risultati sorprendenti sono stati ottenuti lavorando sul bianco e nero ed esaltando l’elemento scultoreo con uno fondo leggermente e volutamente virato al beige. Cari all’artista sono i particolari dei bassorilievi dove unghioli di belve si ripetono come motivo decorativo dove l’ultimo leone, nel suo appiattimento bidimensionale, rivela tutta la suggestione dell’antichissima civiltà Ittita.

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www.women.it
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daniela cresti
mostra visitata il 29 0ttobre


fino al 26.XI. 2002
Museo “La Specola”, salone degli scheletri
Via Romana 17 (Palazzo Pitti)
Orario: martedì, giovedì e domenica ore 9.00/ 13.00
Ingresso libero
Tel. 0552288251
Catalogo presso il Museo


[exibart]

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