Categorie: toscana

fino al 27.IV.2008 | Botto & Bruno | Prato, Museo Pecci

di - 25 Marzo 2008
Fra le note post-punk di chitarre elettriche arrabbiate volano gli scatoloni. Sono le armi del gioco violento ma, al tempo stesso, innocuo che si consuma sulla terrazza di un palazzo popolare. Tre piccoli attori, ignari dell’occhio della telecamera, si rincorrono lanciandosi i cartoni abbandonati per strada. La cornice di rifiuti non è lontana da quella che riempie le cronache di telegiornali e quotidiani. Alla brutalità dei gesti corrisponde la complicità di una realtà comune. Nel gioco non c’è sopraffazione; anzi, non appena un bambino si trova in difficoltà, un altro lo aiuta, e l’azione continua nel disperato contesto di povertà e coesistenza, con i resti sempre più scomodi della società dei consumi.
L’intervento Kids’ Riot (In The House of Lost Sound) realizzato al Pecci da Botto & Bruno (Gianfranco Botto, Torino, 1963; Roberta Bruno, Torino, 1966) si divide in due parti: accanto al video c’è un lavoro site specific che si confonde o, meglio, si fonde con l’architettura del museo. Si tratta di un parallelepipedo di cartone che costituisce una stanza agibile agli spettatori, il cui lato lungo esce dall’edificio museale, ridisegnandone un angolo all’esterno. La struttura è completamente ricoperta da foto scattate nei sobborghi delle grandi città e da immagini di ragazzi che, stavolta, impugnano armi vere. All’interno c’è una scatola più piccola, foderata con la silhouette di un palazzo, e da cuffie audio si può ascoltare musica hard, come il senso delle frasi che intervallano le foto, incollate anch’esse su pannelli cartonati che circondano lo spettatore.

Il lavoro si presenta come un insieme strutturato di collage fotografici d’architetture suburbane, discariche, rottami abbandonati per le vie e parole estrapolate da testi musicali, titoli giornalistici, muri scritti con le bombolette spray da quei giovani che affollano le banlieu e insorgono, alla ricerca di uno spazio sociale nella “città surreale, con strade, viali, semafori spenti” descritta sulle pagine del libretto che accompagna l’ultimo lavoro discografico di Botto & Bruno + The Family, uscito con la casa discografica del museo. La musica, in effetti, anche nell’intervento al Pecci gioca un ruolo sostanziale: nel video, per esempio, è la prima cosa che percepiamo; all’interno della struttura la troviamo sparata in cuffia; sul retro è oggettualizzata, con una batteria agibile dallo spettatore.
Musica recalcitrante, indomita come la rabbia che segna le espressioni del volto dei giovani combattenti di periferia, superstiti all’abbandono e all’indigenza del territorio che li circonda, insofferenti della condizione alla quale sono stati costretti. Guerrieri fanciulli decisi a riscattare la loro esistenza a conquistare una posizione sociale e culturale nel mondo, un futuro migliore o anche solo un presente meno infame.

Nel complesso, il lavoro di Botto & Bruno si configura come una sequenza di meta-narazzioni, che incasella la realtà entro paradigmi precisi, messi continuamente in crisi dal continuo sorgere di elementi “altri” irriducibili agli still che scorrono nel video o alle frasi applicate sulle pareti. Sono immagini decostruite, forti di razionalità discorsiva e gusto per la citazione, tenute insieme da un gioco raffinato sulle identità e da un’inclinazione alla denuncia sociale attraverso la rievocazione d’ambienti e cultura underground.

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dal 27 ottobre 2007 al 27 aprile 2008
Botto & Bruno – Kids’ Riot (In The House of Lost Sound)
a cura di Stefano Pezzato
C.Arte – Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica, 277 – 59100 Prato
Orario: da mercoledì a lunedì ore 10-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 05745317; fax +39 0574531901; info@centroartepecci.prato.it; www.centroartepecci.prato.it

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  • Il lavoro era piuttosto raffazzonato ma grazie a questa utile recensione lo si capisce un pò meglio...doveva esserlo!!! Bravi, grazie per la delucidazione!

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