Da fine aprile, il foyer del Teatro Comunale fiorentino si è infuocato sul trittico fotografico
La brutalità delle cose di
Isabella Gherardi. Vibrate proteste, intimidazioni e minacce personali si sono succedute su blog e quotidiani che avevano recensito la mostra. È quasi passata in seconda linea la
Carmen e la splendida direzione di Zubin Mehta.
Maternity,
Blu e
White non sono certo opere “decorative”.
Il coniglio bianco, spellato e cullato da una donna, è vittima inerme e sacrificale della violenza cieca, la stessa violenza che si percepisce nella musica di
Un sopravvissuto di Varsavia di Arnold Schönberg, che ha inaugurato il Maggio. Una crocifissione accompagnata dal dolore della deposizione. Le foto presentano soltanto due colori: il bianco, metafora visiva del
vuoto, e il rosso, evidente richiamo al sangue della carne lacerata.
Al di là di questo caso eclatante, la collettiva è ambientata nei suggestivi spazi del Teatro in occasione e per tutta la durata della manifestazione musicale. Arte e musica sotto il segno delle
donne contro. Un tema appassionante, come appassionate sono le artiste che i curatori Marco Bazzini e Paola Bortolotti hanno selezionato dalla collezione del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Affiancando così all’icona ribelle della bella sigaraia di Mérimée-Bizet un ristretto gruppo di agguerrite protagoniste dell’arte contemporanea.
Nella caffetteria del Comunale sono proiettati due video. In
Cosmetic Emergency, firmato dalla statunitense
Martha Colburn, il mezzo pittorico contamina i fotogrammi di pellicola con effetti di grande tensione emotiva. La sofferenza delle ferite inferte dalla guerra “
sono forse mitigabili esteticamente e superficialmente, come lo sono le rughe attraverso la cosmesi” (Bortolotti) ma non riescono a sanare le lacerazioni più intime e profonde.
Le immagini in bianco e nero del secondo video,
Scarlet Sails del collettivo russo al femminile
Factory of Found Clothes, narra la delusione dopo la speranza sul radioso avvenire comunista. Emblematica la desolante
processione, contrappasso dell’avanzamento simbolico verso la luce del
Quarto Stato di
Pellizza da Volpedo. Lì un popolo giovane marcia lasciandosi un tramonto alle spalle, mentre nel video di FFC solo donne anziane, solo desolazione, solo drappi rossi strascicati con metaforica fatica.
Negli altri foyer sono esposte le immagini di
Ketty La Rocca e di
Lucia Marcucci, appartenenti alla generazione che ha fondato le teorie del femminismo e le ha vissute in prima persona. Entrambe hanno fatto parte del Gruppo 70 e sono state tra le protagoniste del movimento della poesia visiva.